Duenessunoecentomila

Due attrici, nessun set e centomila copioni da interpretare.
Si può raccontare così duenessunoecentomila, il format nato dall’idea di tre giovani artisti napoletani. Due attrici, Miriana Minichino e Gabriella Vitiello, e un regista, Marco Benincasa, che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un progetto grazie al quale offrire al pubblico dei social network delle autentiche pillole d’arte.
Un estratto – della durata media di due minuti – di film, spettacoli teatrali o poesie per tenere vivo il sacro fuoco della scena in un momento nel quale teatri, cinema e luoghi deputati alla cultura restano chiusi.
Set minimali, inquadrature in primo piano, pochi oggetti scenici; questi i dettagli tecnici che caratterizzano i singoli contenuti. Il resto è affidato al talento e ai guizzi delle due attrici e a quello di un regista in grado di dialogare col suo cast anche attraverso il display di uno smartphone.
Un progetto – nato come istante d’intrattenimento con cui affrontare il lockdown – che non viene certo accantonato in occasione della progressiva ripresa delle attività culturali. Duenessunoecentomila, infatti, prosegue il suo cammino e aggiunge un elemento fondamentale: il contatto umano.
Le pillole in fase di produzione, infatti, prevedono la presenza delle attrici sul set con un’evoluzione naturale dei contenuti.
I numeri non mentono: il format piace molto al popolo dei social, pertanto è giusto proseguire lungo un percorso tracciato un po’ per caso, ma con la dedizione e la cura del particolare che caratterizza i professionisti. Professionisti che di storie ne hanno da raccontare. Più o meno centomila, o magari di più.

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