Plastica nel tessile: verso un’economia circolare per i tessuti sintetici in Europa

www.snpambiente.it – Le fibre tessili sintetiche sono prodotte da combustibili fossili, petrolio e gas naturale, risorse non rinnovabili e generano impatti vari sull’ambiente sia in fase di produzione che di consumo ma anche successivamente quando si trasformano in rifiuti
La crisi dovuta al COVID-19 ha portato a un improvviso calo della domanda di prodotti tessili da parte dei consumatori, con conseguenti problemi di liquidità e disoccupazione nel settore, creando in questo comparto un vero e proprio shock, che potrebbe dare avvio a due diversi scenari:
• il primo vede un rallentamento nella transizione verso un tessile più circolare e sostenibile
• il secondo, al contrario, determina uno slancio verso il cambiamento radicale del comparto tessile rendendolo maggiormente circolare, con risultati economici e ambientali positivi.
Sappiamo che la ripartenza post COVID-19 dipenderà anche dall’adozione di nuovi modelli economici che terranno conto della potenzialità dell’economia circolare, ma affinché questa transizione si concretizzi, bisogna partire dall’analisi dei comparti produttivi, dagli elementi di criticità e dalla loro capacità di trasformazione.
Lo studio dell’Agenzia Europea dell’ambiente (di seguito EEA), “Plastic in textiles: towards a circular economy for synthetic textiles in Europe”, pubblicato alla fine di gennaio 2021, vuole andare in questa direzione. Fornisce una panoramica sulla produzione di tessile sintetico in Europa, analizza gli impatti ambientali e indica alcuni ambiti su cui puntare maggiormente per trasformare il settore, rendendolo più sostenibile e circolare.
Non stiamo parlando di un settore di nicchia, in Europa i tessuti a base di plastica – o “sintetici” – fanno parte della nostra vita quotidiana. Sono presenti nei vestiti che indossiamo, negli asciugamani che usiamo e nelle lenzuola in cui dormiamo. Sono nei tappeti, nelle tende e nei cuscini con cui decoriamo le nostre abitazioni e gli uffici. Sono nelle cinture di sicurezza, nei pneumatici delle auto, nell’abbigliamento da lavoro e in quello sportivo.
Produzione e consumo
Il consumo globale di fibre sintetiche è passato da poche migliaia di tonnellate nel 1940 a più di 60 milioni di tonnellate nel 2018, e continua ad aumentare. Dalla fine degli anni ’90, il poliestere ha superato il cotone come fibra più comunemente usata nel tessile.
La maggior parte delle fibre tessili sintetiche sono prodotte in Asia, l’Europa è il più grande importatore mondiale, pur essendo anch’essa una produttrice ed esportatrice. Secondo le stime sono state prodotte, nel 2018 in Europa, 2,24 milioni di tonnellate di fibre sintetiche, 1,78 milioni di tonnellate sono state importate, 0,36 milioni di tonnellate esportate e 3,66 milioni di tonnellate consumate.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post