Cesa, 38° anniversario del miracolo del Beato Grimoaldo in favore del bambino Nicola Romano
Ieri, 15 maggio 2020, è stato il 38° anniversario del miracolo compiuto dal giovane passionista Grimoaldo Santamaria, al secolo Ferdinando, in favore del bambino Nicola Romano, figlio dell’ex alunno passionista Antonio, attualmente presidente dell’Associazione ex alunni passionisti – ASEAP -, fondata nel 1991. I Passionisti e l’ASEAP scrivono a giusta ragione, con orgoglio e soddisfazione, che il miracolo avvenuto a Cesa (CE), alle ore 19 di sabato 15 maggio 1982, fu attribuito all’intercessione del giovane passionista Grimoaldo e che ne beneficiò un bimbo di nome Nicola, allora poco più che quattrenne: il piccolo eludendo la sorveglianza di dodici persone presenti, azionò la messa in moto di un trattore agricolo provocandosi la caduta sotto la ruota posteriore del pesante automezzo che lo investiva all’altezza del torace e passandogli sul capo. Prontamente soccorso, all’ospedale i medici non riscontrarono nulla, neanche un graffio, ma solo strisce di gomme sul viso; anzi, neanche gli occhiali che il bimbo già portava si erano rotti. Era stato il suo papà, un ex alunno passionista, ad invocare la protezione del giovane passionista, avendolo conosciuto negli anni in cui aveva studiato tra i Passionisti. Il miracolo venne approvato dopo ben dodici anni di cavillosi accertamenti. La solenne beatificazione ci fu venticinque anni fa, 1l 29 gennaio 1995, a Roma, nella basilica di san Pietro.
Il beato Grimoaldo Santamaria, nacque a Pontecorvo (FR) il 2 maggio 1883, morì a Ceccano (FR) il 18 novembre 1902 a soli diciannove anni, colpito da una meningite fulminante, dopo appena due anni e sei mesi trascorsi con i Passionisti e mentre, dopo il Noviziato, stava iniziando gli studi per diventare sacerdote e missionario. Nulla di eccezionale aveva compiuto nella sua vita, aveva dimostrato solo una costante, straordinaria e gioiosa coerenza nell’osservare i piccoli impegni quotidiani, quelli che forse tutti noi compiamo con una scelta, assuefatta superficialità. Nonostante la sua giovane età, con la costanza dei semplici e la virtù dei forti, lo studente passionista Grimoaldo era gioiosamente impegnato verso la perfezione, diventando monito e modello per i ragazzi giovani. La gente dei dintorni della Badia dei Passionisti di Ceccano, dove confratel Grimoaldo morì e dove tuttora, nella chiesa adiacente, in un’artistica cappella laterale, è esposto il suo corpo per la venerazione, lo chiamava il “santarello”. Un’ammirazione e una venerazione durata negli anni e diffusasi tra i fedeli anche in altri luoghi.