I Martiri Passionisti di Bellona della Comunità Passionista di Calvi Risorta

P. Pierluigi Di Eugenio su “LE NOSTRE RADICI”, bollettino trimestrale dell’Associazione ex alunni passionisti –ASEAP -, guidata, con dedizione e abnegazione, da Antonio Romano, rende onore, con un servizio monografico sulla strage nazista di Bellona del 7 ottobre 1943, al sacrificio di tre giovani passionisti: Remigio, Gerardo e Gennaro. Di Eugenio, in forma stringata e precisa, scrive che Bellona, centro cittadino, distante circa 20 chilometri da Caserta, è tristemente noto, purtroppo, per la barbara strage compiuta dai nazisti il 7 ottobre 1943 e che ebbe il prodomo la sera precedente con l’entrata in casa della famiglia Cafaro di tre soldati tedeschi che, con tono minaccioso e perentorio, chiesero del vino. Questi, già ubriachi, tentarono di rapire una giovane e di abusare delle altre, ma tutte opposero una decisa resistenza e le loro grida furono udite dai parenti nascosti in soffitta che accorsero subito in aiuto delle giovani. Un militare tedesco sparò sui soccorritori e il fratello di una delle giovani scagliò una bomba a mano uccidendo un tedesco e ferendone un altro. La rappresaglia nazista non si fece attendere, e la mattina seguente, all’alba, squadre naziste bloccarono le vie cittadine e iniziarono una spietata caccia all’uomo. Molte le persone arrestate, di ogni età e condizione sociale, e tra loro anche sei sacerdoti. Segregati, in un primo momento, nella chiesa di san Michele Arcangelo, e diligentemente sorvegliati, furono portati a gruppi di dieci (cinque gruppi) nella periferia del paese facendo credere loro di essere condotti al lavoro. Arrivati su una cava tufacea vennero uccisi con raffiche di mitra. I corpi caduti in fondo alla cava, profonda 25 metri, furono coperti di terreno fatto franare con delle mine. 54 furono le vittime innocenti, la vittima più giovane fu Francesco Carusone di anni 12 e quella più anziana fu don Andrea Rovelli, di anni 67, arrestato mentre celebrava l’eucarestia. Tra i 54 martiri anche tre religiosi passionisti bellonesi della Casa Apostolica di Calvi Risorta: Padre Remigio Abbate di anni 27, Fratel Gerardo Giudicianni di anni 23 e l’alunno passionista Gennaro Filaccio di anni 15.
Padre Remigio, al secolo Domenico Abbate, nacque a Bellona il 4 gennaio 1916. Unico figlio maschio di una famiglia composta da cinque persone. Il padre provvedeva al sostentamento della famiglia con il salario che gli proveniva dal suo lavoro di guardia giurata privata. Sin da fanciullo aveva avvertito il trasporto per la vita missionaria. Volle, quindi, vestire il saio della penitenza di san Paolo della Croce per dedicarsi alla predicazione della dottrina di Cristo. Entrò nel convento dei Padri Passionisti di Calvi Risorta, presso la cui Congregazione compì tutti gli studi. Nel 1939, il 3 giugno, a soli 23 anni, ricevette la consacrazione a novello missionario. Dopo l’armistizio, 8 settembre 1943, il convento di Calvi Risorta venne occupato dai tedeschi e al piano terra fu istallato un ospedale militare. La comunità religiosa venne espulsa/costretta a cercarsi un rifugio più sicuro altrove. Padre Remigio fece ritorno a Bellona in seno alla sua famiglia. La mattina del 7 ottobre fu prelevato dai militari nazisti nella sua casa natale e rinchiuso nella cappella della Congrega di san Michele, assieme a tutti gli altri catturati. I suoi resti mortali sono custoditi nel Mausoleo Ossario.
Fratel Gerardo religioso Passionista, al secolo Luigi Giudicianni, nacque a Bellona il 16 ottobre 1920. Primo figlio maschio di una famiglia composta da sette persone. Il padre sosteneva dignitosamente la famiglia con una modestissima pensione quale invalido della Grande Guerra e con il ricavato dalla gestione di un piccolo bar. Luigi, sin dalla prima adolescenza fu attratto dalla vita di carità e di preghiera che conducevano i Padri Passionisti. Entrò nel convento dei Padri Passionisti di Calvi Risorta. Abbandonò il suo nome di battesimo e scelse il nome da religioso in omaggio a san Gerardo della Maiella. Alla fine del mese di settembre-inizio ottobre del 1943, il convento non offriva più le adeguate garanzie di sicurezza e Fratel Gerardo fu costretto, suo malgrado, come quasi tutto il personale, a far ritorno al suo paese in seno alla sua famiglia. Era a casa sua, la mattina del 7 ottobre, quando i nazisti lo prelevarono insieme al padre con il pretesto di condurli al lavoro. I loro resti mortali, sono custoditi nella cappella di famiglia del locale cimitero. Il loculo ad essi riservato nel Mausoleo risulta vuoto.
Gennaro Filaccio, studente passionista, nacque a Bellona il 22 aprile 1928. Primo di tre figli di una famiglia di operai. Il padre, muratore, con i proventi del suo onesto lavoro sosteneva, con dignità, la famiglia. Gennaro, non ancora adolescente, volle cominciare a prepararsi alla vita passionista entrando nel convento dei Padri Passionisti di Calvi Risorta e iniziò, con entusiasmo e impegno, la frequenza dei corsi di studi per i futuri missionari. Nel mese di settembre 1943 il seminario venne chiuso per le vicende belliche e Gennaro, con il permesso dei Superiori, tornò in famiglia, aspettando con ansia tempi migliori per poter riprendere il cammino verso il sacerdozio. La mattina del 7 ottobre fu prelevato dalle milizie tedesche e rinchiuso nella cappella di san Michele, dove erano stati imprigionati anche gli zii Antimo e Secondino. I resti mortali del quindicenne missionario riposano nel Mausoleo Ossario.

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