La funzione e il ruolo del parroco nel libro “Noi ci dedicheremo” di don Girolamo Capuano

Don Girolamo Capuano è nato a Calvi Risorta il 31 maggio 1960, è il quarto di sei figli. Ha frequentato le locali scuole elementari e medie e ha conseguito, con ottima votazione, la Maturità Scientifica al Liceo “Luigi Garofano” di Capua e in tale città è stato componente, attivo ed operoso, dell’Associazione degli scout. Ha frequentato l’Università “Federico II” di Napoli, Facoltà di Giurisprudenza, e poco dopo le prime apparizioni della Beata Vergine ai veggenti di Medjuogorje, con gli scout si è portato sui luoghi delle apparizioni. I predetti eventi straordinari l’hanno spinto ad iniziare un percorso di spiritualità nel seminario diocesano di Capua che l’ha portato, il 19 luglio 1996, a ricevere l’ordinazione sacerdotale da parte dell’Arcivescovo di Capua mons. Luigi Diligenza. Don Girolamo dopo esperienze pastorali a Santa Maria Capua Vetere e a Casapulla, attualmente, guida la parrocchia di “Santa Maria delle Grazie” di Casalba di Macerata Campania ove ha attivato diverse iniziative per alleviare le sofferenze dei “fratelli” in difficoltà. Le strutture che ha realizzato fotografano un sacerdote del “fare”: impianti sportivi polivalenti, una mensa per persone in stato di bisogno, un dormitorio per migranti senza fissa dimore e una casa famiglia a sostegno delle giovani donne in stato di disagio e sofferenza. Don Girolamo è stato ed è anche altro ed è docente di Teologia Spirituale all’Istituto Superiore Interdiocesano di Scienze Religiose “SS. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua – Area Casertana – e alla terza edizione del Premio Internazionale di Narrativa e Poesia “Città di Caserta”, con il libro “Esperienza di Dio – Itinerario in versi e prosa nel percorso spirituale di San Giovanni della Croce”, ha conquistato il “Premio Speciale della Giuria”. Don Girolamo, presbitero attento, propositivo ed acuto, già in un recente passato si è reso responsabile di un gesto non tanto usuale per un sacerdote e prendendo spunto da un libro scritto dall’Arcivescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Bregantin, ha indirizzato a questi e a tutti i vescovi un’audace lettera aperta nella quale, con toni forti, ha denunciato e, nel contempo, ha ricordato “Chi più di Voi può rendere visibile la centralità di Cristo nella Chiesa? Ricordate Voi siete i servitori di Dio nella Diocesi e non il Dio della Diocesi”. Don Girolamo a tale forte documento ha fatto seguire nel mese di giugno del 2016 una lettera aperta indirizzata al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), Cardinale Angelo Bagnasco e, di recente, ha pubblicato il suo ultimo lavoro “Noi ci dedicheremo”, stampato da Di Mauro, c/o Grafica Sammaritana, Vitulazio, ottobre, 2019. La presentazione del libro è avvenuta nel salone della parrocchia “Santa Maria delle Grazie” della borgata Casalba del Comune di Macerata Campania ad opera del prof. Sergio Tanzarella, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Luigi e alla Facoltà Teologica Gregoriana di Roma. Il libro si è pregiato della presentazione di P. Serafino Tognetti che ha delineato “il parroco” concepito dall’Autore e ha scritto “Egli non è un operatore pastorale, un uomo di curia, un elaboratore di idee: è un parroco. Un semplice, umile, povero parroco. Uno che conosce le anime, che gira per le strade della parrocchia, che entra nelle case (…). Non si scoraggia se le chiese si svuotano, se i ragazzi latitano, se la fede langue (…). L’Autore, ha continuato Padre Tognetti, con modo originale e diretto, ha sostenuto che il parroco deve rispondere e ubbidire solo al Creatore e il libro porta a comprendere il senso dell’obbedienza ed è strutturato in trenta paragrafi di cui cinque lettere: ai vescovi, ai fedeli, ai sacerdoti, alla diocesi e ad un seminarista e l’introduzione è, poi, molto suggestiva e significativa “Ai miei fratelli nel sacerdozio. In particolare a quelli della Chiesa di Dio che è in Capua, Chiesa alla quale manca da troppo tempo un Santo. Sia per noi questo libro uno stimolo ad accettare una sfida così affascinante”.

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