Il piatto dell’isola verde

“Riprendo la corsa. Forio: ragazzaglia al sole, un bianco che acceca. L’interno, con l’Epomeo opaco, informe. A Panza stanno preparando luminarie, archi di lampadine, tra le bicocche d’un paese senza villeggianti, beduino. Su ogni muretto c’è qualcuno che dorme, con facce da zingaro. Poi ecco, isolato, fuori dal mondo, Sant’Angelo. La strada finisce, diventa un sentiero polveroso: su uno spiazzo tutto polvere accecante, un posteggio con le macchine roventi. Sotto lo strapiombo, una lingua di terra, di sabbia, con un mucchio di casette: in fondo a questa lingua un massiccio, un piccolo mostro, inaccessibile, di scogli e rocce, con una torre in cima”. Pasolini, in un taccuino di viaggio del 1994, ci offre uno splendido spaccato dell’isola di Ischia attraverso la descrizione delle sue frazioncine, della sua vetta più alta, delle sue strade. Un contesto perfetto, insomma, in cui inserire quella che è considerata una vera specialità dell’isola: il coniglio all’ischitana. Può essere forse sorprendente, essendo il mare parte del suo paesaggio, che il piatto tipico dell’isola sia il coniglio all’ischitana, un piatto di terra e non di mare. In realtà, questa pietanza, che compare sulle tavole degli isolani quasi tutte le domeniche, ha un fondamento storico. Pare, infatti, che nel 470 a.C. quando sull’isola arrivarono i Siracusani con l’intento di dominare il Mediterraneo, il coniglio fosse la specie più allevata e, quindi, costituì la materia prima con la quale sfamare i nuovi arrivati. Già l’epoca greco-romana ne prova, però, l’esistenza. Per non parlare della famosa caccia al coniglio nella quale si dilettavano i nobili angioini ed aragonesi prima e i Borboni poi. Ma veniamo agli ingredienti. Occorrono ovviamente un coniglio (rigorosamente coniglio di fossa, o di fosso come dicono gli isolani, vale a dire quello allevato in buche molto profonde con pareti rivestite in tufo verde), pomodorini del Piennolo, olio extravergine, aglio, vino per sfumare, sale, pepe, prezzemolo, basilico e piperna, pianta aromatica e odorosa che cresce spontaneamente sull’isola. Dunque, per chi non avesse ancora scelto dove trascorrere qualche settimana di relax in vista della bella stagione, perché non Ischia e il suo buon cibo?

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post