I batteri e la decomposizione dei cadaveri

Pontelatone – La spiegazione alla decomposizione dei corpi defunti, argomento poco conosciuto, è per coloro che non si impressionano e di stomaco forte. Infatti la biologa specializzata nell’evoluzione Jessica Metcalf, della University of Colorado a Boulder, ha realizzato uno strano esperimento, per cercare di capirne di più su questo fenomeno. Ha sepolto 126 topi in piccole bare singole, con terra proveniente da tre posti diversi: una prateria erbosa, una foresta di pini e un’area desertica. Ha poi analizzato i microbi dalla pelle degli animali morti, dal loro intestino e dal suolo all’inizio dell’esperimento, e poi a intervalli nel corso di un anno e mezzo. Nel frattempo, ha anche monitorato la decomposizione di quattro cadaveri di persone, donati alla scienza, lasciati all’aperto, due a partire dalla primavera, due in inverno. Dopo aver studiato i numerosi microbi presenti nei campioni con tecniche di metagenomica (lo studio del DNA di comunità di microbi nel loro ambiente), la Metcalf è arrivata alla conclusione che i batteri della decomposizione dei cadaveri provengono dal suolo, non dall’intestino dei cadaveri stessi, come si è sempre pensato. Ancora più affascinante, nonostante la differenza della terra in cui erano avvenute le sepolture e degli agenti atmosferici, i microbi si sono rivelati sempre gli stessi. I piccoli organismi decompositori erano infatti rari all’inizio degli esperimenti, e la terra intorno a ciascun cadavere ospitava microrganismi piuttosto diversi. Ma quando la decomposizione dei cadaveri è arrivata al suo picco, la popolazione dei batteri responsabili della decomposizione è esplosa. Questo ha portato la ricercatrice a pensare che esista una comunità di microbi rara addetta a questo lavoro, normalmente poco rappresentata, che quando arriva la fonte di nutrimento appropriata, vale a dire un cadavere, comincia a prosperare. Dai vari test in laboratorio si è scoperto inoltre che esiste un ciclo preciso nella decomposizione dei corpi, con fasi ben identificabili in cui predominano popolazioni distinte di microbi, notata sia per i topi sia per gli esseri umani. I ricercatori hanno realizzato un modello al computer con i dati, per verificare se potesse essere sfruttato per stabilire la data della morte, che infatti è stata ricavata con una notevole precisione. Per stabilire la data della morte gli esperti di analisi forensi osservano la deposizione delle larve di certi insetti intorno al corpo. Ma a quanto pare i dati sulle popolazioni di microbi potrebbero fornire stima anche più affidabili.

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