Recensione del libro: ”Ritratto Borghese” di Pablo T

Ho letto e apprezzato il romanzo dell’autore Pablo T dal titolo: ”Ritratto Borghese”, edito dalla casa editrice Letteratura Alternativa Edizioni, immergendomi con interesse sempre maggiore nella trama delineata con tocchi e pennellate da autentico narratore-pittore dallo scrittore. La storia si intreccia intorno a tre personaggi principali che sono: Giordano Dumont, il protagonista, la sua compagna Donna Eccher e Gaia Cortese, prima amica e poi amante di Giordano. Dalla narrazione ne viene fuori un ritratto dissacrante degli ambienti trattati, da quello scolastico in cui è immerso il protagonista, in quanto insegnante di storia dell’arte in un istituto  d’arte francese,  situato nella città di Bourges, e lui stesso pittore di una certa fama; al rapporto con la compagna Donna, che gli ha dato anche una figlia, la quale conduce con passione e abnegazione una galleria d’arte; e l’ambiente alto borghese da cui proviene Gaia, moglie di un noto e affermato architetto, pittrice dilettante con l’ambizione di essere un’artista di valore.  Il linguaggio usato dall’autore è infarcito di profonde metafore e inusuali ossimori che richiamano continuamente il lettore a riflessioni e ripensamenti su quanto il narratore sta cercando di comunicare loro attraverso le vicende dei personaggi presenti nel romanzo. Alla fine della lettura si rimane assorti e pensierosi sotto l’incalzare della scrittura profonda e policroma che lo scrittore sgrana sotto i nostri occhi. Nessuno dei personaggi, a mio parere, ne esce completamente immune da colpe e da comportamenti esecrabili, l’unica figura che sembra emergere dal quadro tratteggiato a fosche tinte e fornire una visione positiva delle vicende umane appare essere Donna. Una donna forte, determinata, coraggiosa, ma allo stesso tempo dolce e paziente oltre ogni misura nei confronti di Giordano.  Mi sentirei di azzardare un’ipotesi riguardo al nome della coprotagonista del romanzo, Donna potrebbe indicare il ruolo che quasi tutte le donne giocano nelle relazioni uomo/donna, però, per avere una risposta sicura bisognerebbe chiedere direttamente all’autore di questo bel romanzo. Ovviamente, nel libro c’è molto di più di quello che io succintamente ho delineato in  questa breve recensione. Mi preme affermare che ciò che più mi ha colpito nel romanzo è stata la modalità della scrittura con cui l’autore ha approcciato il rapporto tra due diversi mondi, quello della gente comune, popolare e quello alto borghese.   Questo rapporto, simboleggiato nelle figure di Giordano e Gaia, non sembra riuscire mai a combinarsi in un connubio felice. Il libro può essere letto da qualsiasi tipo di lettore, mi sentirei di consigliarlo in special modo per gli amanti della scrittura aulica, ridondante, ricercata, corposa e per ciò stesso interessante e appagante. Mi riprometto di leggere la prossima opera dello scrittore per apprezzare ancora di più la sua ricca vena narrativa.

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