Ridotte del 50% le richieste d’asilo in Europa

Nel 2017, in Europa, sono quasi dimezzate le richieste d’asilo rispetto al 2016. A certificarlo è l’Agenzia Europea per il Sostegno all’Asilo (EASO), che ha diffuso i dati relativi allo scorso anno: l’Unione Europea, più Norvegia e Svizzera, hanno ricevuto 706.913 domande, il 43% in meno del 2016. Ma il numero, sottolinea l’agenzia, resta comunque “considerevole”.
Si tratta del secondo anno consecutivo in cui si registrano dati in calo, dopo il flusso record del 2015. Nonostante questa diminuzione, il 2017 ha registrato un livello leggermente più alto delle richieste presentate nel 2014 e questo indica che il flusso è stato “importante”.  Una, su tre, è  stata presentata da siriani, iracheni, afghani o nigeriani. In particolare, rispetto al 2016, si sono registrate il doppio di domande da parte di siriani, pari a 98.000.
Tra i principali Paesi di provenienza anche Pakistan, Eritrea, Albania, Bangladesh, Guinea e Iran. Nel 2017 l’UE, più Norvegia e Svizzera, hanno rilasciato 981.615 decisioni di prima istanza, il 13% in meno del 2016. Di queste, solo il 40% positive. A fine 2017, erano 462.532 le richieste ancora in attesa di una decisione di prima istanza.
Intanto è partita “Themis”, la nuova missione di Frontex per il controllo delle frontiere, che sostituirà “Triton”. Un cambio di rotta sostenuto dal nostro paese che fin da settembre aveva proposto la chiusura di Triton e il varo di una nuova missione più coerente con le nuove rotte migratorie. Questi gli obiettivi della nuova operazione: il trasporto dei migranti soccorsi nel Mediterraneo nel porto più vicino, nuove aree di pattugliamento, definite in base al modificarsi dei flussi e maggiore attenzione agli aspetti di polizia e intelligence, per individuare, tra gli arrivati, possibili combattenti di ritorno dalla Siria e dall’Iraq.
Dal Viminale esprimono soddisfazione e parlano di Themis come di “un esempio particolarmente significativo di effettiva solidarietà e cooperazione” tra Stati membri e agenzie europee.
L’auspicio dell’Italia è infatti che la nuova missione possa dare finalmente applicazione alla legge del mare, stabilita dalla convenzione di Amburgo, che finora è stata disattesa e ha costretto il nostro paese a farsi carico di migliaia di barconi, che avrebbero invece dovuto esser soccorsi da altre nazioni.  

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