5 febbraio, giornata contro lo spreco alimentare

Il 5 febbraio è la giornata nazionale contro lo spreco alimentare. Una recente ricerca che ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente, il Dipartimento di scienze agro-alimentari di Bologna e Waste Watcher mostra come lo spreco alimentare si sia ridotto nel tempo ma non ancora sufficiente. Dall’indagine emerge che in media, in un anno, sono finiti nell’umido 84 kg di cibo per ogni famiglia e 36 kg per ogni persona. I dati evidenziano un miglioramento rispetto ai 145 kg a famiglia e 63 kg a persona di rifiuti alimentari prodotti e registrati prima dell’indagine. La riduzione incide non solo sulla produzione di rifiuti alimentari ma anche sul portafoglio; il vantaggio economico, derivante da un minore spreco, si sostanzia in una riduzione dei costi sostenuti pari a 110 euro a persona ogni anno. In precedenza, infatti, si stimava che gli alimenti gettati corrispondessero in denaro ad una somma di 360 euro, oggi invece questa somma è stimata in 250 euro. Il vantaggio per una famiglia media è stimato invece intorno ai 300 euro anno. Solo in Italia lo spreco di cibo domestico, dalla dispensa di casa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura, vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato. Una montagna di ottimo cibo e di risorse naturali sprecate, montagne e montagne di rifiuti da dover lavorare: sempre per l’Italia lo spreco genera 30 milioni di tonnellate di immondizia. È un pensiero insopportabile: mentre quasi 900 milioni di persone soffrono o muoiono letteralmente di fame, ogni anno sul pianeta si spreca cibo per mille miliardi di dollari. “Una strada che si potrebbe percorrere per venire in aiuto dei commercianti” – ha affermato l’avvocato civilista Giuseppe Brandi – “è quella che porta ad una riduzione della Tari per quei commercianti che producono o distribuiscono beni alimentari e che, a titolo gratuito, li cedono alle case di riposo per anziani, agli indigenti ed alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l’alimentazione animale, grazie alla Legge anti-spreco la nr. 166 del 2016. Allo stato attuale” – ha aggiunto l’esponente vicino a Fratelli d’Italia – “le popolazioni che abitano il pianeta vivono condizioni di profonda disuguaglianza. Da una parte cittadini che continuano a patire situazioni di indigenza o addirittura di fame, per mancanza di cibo e beni di prima necessità, e dall’altra parte cittadini che vivono in condizioni di sovrabbondanza e per i quali il principale problema diventa lo smaltimento delle eccedenze. Donare le eccedenze alimentari rappresenta non soltanto un gesto di carità, ma un atto dovuto di buon senso, che genera benefici sociali, ambientali ed economici, restituendo valore a beni che l’avevano perduto. In vista del prossimo bilancio di previsione” – ha aggiunto Brandi – “chiedo all’Amministrazione che venga prevista la possibilità di uno sconto sulla tassa sui rifiuti (TARI) per chi recupera e cede gratuitamente le eccedenze alimentari. Le legge prevede, infatti, che il Comune possa applicare, ma solo per le utenze non domestiche, un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. L’obiettivo della legge, approvata da tutti in Parlamento, oltre a considerare ovviamente l’aspetto della solidarietà e dell’aiuto alle persone, indirettamente punta anche a ridurre la produzione di rifiuti da smaltire. Diventa importante allora incentivare con uno sconto sulla Tari la grande, media o piccola distribuzione, in modo da ottenere un duplice effetto positivo: la raccolta delle eccedenze in favore di cittadini bisognosi e la diminuzione dei rifiuti. Lancio, quindi” – ha concluso Brandi – “un appello ai consiglieri affinché si proceda con le necessarie modifiche ed integrazioni regolamentari e si lavori per un grande progetto urbano in grado di applicare al meglio la legge”. Un appello che rivolgiamo alla Consigliera comunale con la delega all’Annona e Commercio, Eligia SANTUCCI, perché si adoperi affinché la predetta legge venga applicata anche dai commercianti sannicolesi (panifici, piccoli e medi supermercati, ortofrutticoli) che, invece, di gettare le eccedenze le donino a chi non può permetterselo.

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