Ianuarus sovvertitore

Insorge gennaio, in latino ianuarus, il mese preposto al sovvertimento delle cose esteriori o interiori. Il mese che segna l'inizio di ogni nuovo anno. Inizialmente era marzo il primo mese dell'anno, la scelta poi ricadde su gennaio poiché mese della scelta dei consoli.
Numa Pompilio aggiunse il mese di gennaio al calendario e lo dedicò al dio romano Giano (Janus). Il Capodanno stesso deriva dalla celebrazione in suo onore, che cade il 1°gennaio del calendario pagano romano. Gennaio è, dunque, governato dal dio italico della dualità (come l'inizio e la fine) ed è di conseguenza, assieme ad esso, il custode delle porte (ianuae), dei passaggi (iani) e dei ponti.
Giano è anche associato alla protezione delle navi e delle monete o del simbolismo che esse apportano; d'altronde la città portuale italiana per eccellenza è la superba Genova (Genua o Janua dal latino medioevale), che deve il suo nome, anch'essa, al dio della sovversione; mentre gli appassionati di numismatica sapranno certamente dell'esistenza di monete dedicate a Giano Bifronte, le sue due facce gli permettono di guardare sia in avanti che indietro.
Analizzando l'origine del nome di questa divinità possiamo cogliere aspetti importanti di questo periodo dell'anno. Georges Dumézil arriva a sostenere che sia la derivazione dell'insieme delle parole "passaggio" e "guado". Il guado è un passaggio che permette di attraversare il fiume senza essere sopraffatti dalla corrente e dalla profondità. La correlazione tra il mese del passaggio con l'Acheronte risulta semplice; ed il fiume, della mitologia greca, che separa il regno della morte da quello della vita, si può attraversare solo con una moneta. L'acqua è il movimento e nel movimento si riscontra l'origine del nome del dio Giano. Gennaio è dunque l'apertura di una porta che permette, in un modo o nell'altro, di andare, di fluire verso una trasformazione.
L'ordine costituito può essere sconvolto e gennaio risulta essere un buon esempio di dimostrazione, basti pensare a Sant'Eligio e le sue parole su Capodanno: “A capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini, quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive”. Nonostante lo sforzo di costituire ridicoli divieti, renne e cenoni ci ricordano le nostre vere radici, quelle della natura.

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