Matres Matutae – Le Madri dell’antica Capua

L’antica Capua era una delle città, dopo Roma, più ricche e più grandi dell’Italia; la fertilità del suo territorio, dovuta al fiume Volturno, veniva rappresentata dagli antichi attraverso delle sculture, le Matres Matutae.

Venivano scolpite anche per ringraziare la dea della fertilità, oltre che per rappresentare la fertilità stessa, mentre altre offerte votive erano cibi o nello specifico focacce cotte in vasi di terracotta che poi venivano posti sull’ara (altare pagano) della dea. “Matres Matutae” deriva da “Mater Matuta”, la dea del mattino o dell’aurora, celebrata durante i Matralia (11 Giugno); era la protettrice della nascita degli uomini e di ogni cosa, la madre di tutto. Queste sculture rappresentano, per lo più, donne atte a nutrire uno o più bambini in grembo, simboleggiando la vita donata attraverso ogni forma di fertilità. Nella nostra zona era chiamata “Mater Matuta”, la Bona Dea, antica dea della fecondità che non è altro che un aspetto diverso della madre del mattino e dea della nascita menzionata precedentemente. Tra le Madri ritrovate ve n’è una di maggiore dimensione rispetto alle altre ed è situata su di un podio e in posizione centrale, nel Museo Campano sito in Capua, così come in tempi remoti avveniva per la Statua di Culto di un Tempio. Si presuppone fosse stata la Statua di Culto del Santuario che, nei pressi dell’antica Capua, accolse le Matres. Lei, la “Reggente”, non aveva tra le sue braccia dei bambini, in una mano aveva un simbolo di abbondanza e fertilità, un presunto melograno. Il ritrovamento di suddette sculture e dei resti del santuario avvenne nel 1845 e in una località all’epoca conosciuta come “Petrara”, uno spazio dedito al culto dei morti, ad oggi si tratta dell’area che comprende: Via Appia, Via Vittorio Veneto, Via Treviso e Via Fosse Ardeatine in Curti. Il materiale di cui sono composte è il Tufo Grigio, materiale locale. Esse sono datate presumibilmente intorno al IV e II secolo a.C. Già nell’ultimo trentennio dell’800, molti furono gli studiosi che si dedicarono alle Madri (U. Von Wilamowitz, P. Girard, F. Von Duhn, E. Fernique, J. Beloch); gli studiosi che negli anni ’30 si occuparono di studiarle ed analizzarle furono, A. Adriani e nel XX secolo: H. Khoch, J.Heurgo e W. Johannowsky. Nel 1932 fu allestita la collezione delle Madri. Le madri scolpite con un solo bambino e con tratti meno evidenti sono ritenute essere le più antiche e sono dette quindi arcaiche; al museo campano è possibile ammirarne un gruppo di sette esemplari di Madri Arcaiche o Atipiche datate “Seconda metà del VI sec. a.C.” le caratteristiche arcaiche sono sopravvissute anche in alcune Madri più recenti. Le Matres sono l’opera più rinomata del Museo Campano, che a sua volta è uno dei musei più importanti d’Italia, ricostruito (grazie all’archeologo A. Amaiuri che fece rinascere, archeologicamente parlando, la Campania) dopo la seconda guerra mondiale per volere dell’ amministrazione provinciale ed è un peccato che ora la sua amministrazione sia a rischio. Vi segnaliamo la petizione “Salviamo il Museo Campano di Capua” da firmare sulla piattaforma “Chance.org”. Secondo alcune voci, nonostante l’allarmismo che è servito a ricordare quante opere dal valore inestimabile possediamo, non vi sarebbe motivo di temere una possibile chiusura del museo ma si tratterebbe, più che altro, di un cambiamento di gestione del Palazzo Antignano (sede del museo); gestione che passerebbe dalle mani della provincia a quelle della regione o del ministero. Inoltre, recentemente, l’associazione culturale Capuanova ha promosso un’iniziativa per valorizzare il museo campano e la cultura in esso racchiusa attraverso la campagna “Adotta una Madre” ideata da Livio Marino Arellano. Come proclama l’associazione Capuanova, la prima cosa da fare per sostenere i nostri beni culturali è visitarli! È necessario promuovere una corretta informazione alla stregua di un simile contributo.

Voci: *Didascalie del Museo Campano;
*Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post