Il Ministero della Pubblica Ignoranza

Gli esami di Stato hanno colpito in modo particolare l'interesse dei lettori e la fantasia dei media che hanno fatto le pulci al Ministero della Pubblica Istruzione.
Una incredibile sequenza di errori e sviste ha infatti caratterizzato il periodo degli esami di maturità tuttora in essere.
Forse a stridere è l'avere un Ministro della pubblica Istruzione che a dispetto di un suo fuorviante curriculum, poi frettolosamente corretto, non è laureata.
O forse sarà stato per le polemiche sull'analisi del testo delle poesie del misconosciuto Caproni, poeta livornese del XX secolo a malapena riportato nei programmi scolastici e quasi mai fatto studiare.
Oppure per il titolo che riportava l'orrore ortografico "traccie" anziché il corretto "tracce" sul sito del Dicastero dell'istruzione.
Certo il Ministero della Fedeli, che col suo titolo di studio al massimo potrebbe oggi ambire a un posto come operaia di impresa di pulizie (se non fosse entrata in politica dalla porta di servizio del sindacato), ha proprio fatto il suo peggio per cadere in imbarazzo e suscitare pesanti apprezzamenti.
E mentre il mondo chiede ragazzi sempre più preparati, dove la semplice laurea non basta più e serve almeno un master o un dottorato di ricerca, si assiste a una curiosa inversione di tendenza nella nostrana politica che sembra preferire diplomini di assistente sociale.
Ma i collaboratori della Fedeli sottolineano che per i ministri non esiste un obbligo di laurea, e che le nomine nel Governo spesso avvengono «non per competenza specifica ma per il ruolo politico» della persona.
Tecnicamente è sicuramente così ma è davvero singolare, anzi un paradosso, che proprio il titolare del Dicastero dell'Istruzione possa essere culturalmente asfaltata da chiunque al giorno d'oggi.
Prepariamoci ad altri strafalcioni del Ministero che, un tempo, era della Pubblica Istruzione ma che oggi si dovrebbe piuttosto chiamare della Pubblica Ignoranza.

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