335 a.C. La caduta di Cales – 2016 d.C. La caduta di Calvi Risorta

Nel 335 a.C. la città di Cales viene conquistata dai Romani e questi la riabilitano, parzialmente, nel 209 a.C. con il titolo di colonia.
Nel 2016 d.C., con delibera n.10 del 3 ottobre del commissario prefettizio, con i poteri del consiglio comunale, viene dichiarato il dissesto finanziario del Comune di Calvi Risorta.
Dissesto finanziario equivale a fallimento e fallimento equivale a “CADUTA”. Dunque, il Comune di Calvi Risorta è fallito/caduto.
Ma il FALLIMENTO è su tutti i fronti ed in tutti i campi.
Calvi è diventata più povera, più piccola, meno attenta, meno diligente, meno propositiva e più sprovveduta.
I caleni e la cittadina sono messi proprio male.
Da tempo si avvertiva e si costatava una certa decadenza, continua e progressiva: i Passionisti dopo quasi un secolo di preziosa e meritoria presenza hanno lasciato Calvi; le Suore stimmatine, già a livello operativo, hanno lasciato Calvi dopo ben 84 anni di operosa e fattiva presenza (1932); le Suore Ancelle dell’Immacolata che durante la loro più che cinquantennale presenza hanno profuso tanta umanità e tanto impegno a favore dei cittadini caleni hanno lasciato la Casa Mandara già alcuni anni fa (solo recentemente sono state sostituite da due valide suore dell’Ordine francescano di San Filippa Mereri e ciò è stato possibile grazie all’impegno personale del Vescovo diocesano mons. Arturo Aiello); il Comune di Rocchetta e Croce ha trasferito le sue scuole dall’Istituto Comprensivo “Cales – Salvo D’Acquisto” all’Istituto Comprensivo di Formicola e ciò, con il tempo, potrebbe essere foriero di un ritorno al passato con la perdita della dirigenza scolastica e della relativa autonomia con l’inevitabile aggregazione ad altre Istituzioni scolastiche (Pignataro Maggiore, Sparanise, Teano); il comando stazione Corpo Forestale dello Stato, anche prima dell’accorpamento con l’arma dei carabinieri era in bilico, quanto prima verrà chiuso e si potrebbe continuare ancora a lungo.
Pertanto è evidente che da tempo è iniziato il lento e graduale declino della cittadina di Calvi Risorta.
Solo qualche timido esempio: strade dissestate e pericolose (fatto ancora più grave che dopo l’esecuzione di lavori che hanno interessato le arterie comunali queste non sono state ripristinate allo stato “ante quo”, caso più unico che raro); scarsa e insufficienza manutenzione degli impianti comunali; risorse umane non sufficientemente e adeguatamente valorizzate, responsabilizzate ed utilizzate. Si ha la sensazione, poi, che il comando della vigilanza sia percepito, sempre più diffusamente, lontano e distante dalla “vita giornaliera” dei caleni (era stato detto che con l’affidamento della “leadership” ad un ufficiale tutta la comunità ne avrebbe tratto giovamento).
Che sconforto! Per costatare amaramente la “CADUTA” di Calvi e sufficiente portarsi in uno dei comuni limitrofi: Pastorano, Camigliano, Giano Vetusto, Pignataro Maggiore, Vitulazio, Bellona, Sparanise, Riardo, Pietramelara ed è opportuno non andare oltre.
I citati Comuni non hanno fatto niente di eccezionale: capacità di ascolto, ordine, pulizia, programmazione e attenzione alle piccole cose e si presentano sempre in forma gradevole ed elegante.
Calvi sei davvero CADUTA e l’atto commissariale del 3 ottobre u.s. di dichiarazione di dissesto non è altro che l’atto ufficiale e inconfutabile della tua “CADUTA”.
Rialzarti non sarà facile. Si potrebbe continuare ancora a lungo ma è preferibile, a questo punto, il silenzio per consentire ai responsabili di riflettere e trarne le dovute conclusioni perché il cammino per la tua rinascita e per il tuo risorgere sarà lungo, impervio e tortuoso ed esige disinteresse, abnegazione, volontà, entusiasmo, sacrificio e soprattutto competenza e capacità.

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