Creato un essere vivente micro genico Synthia 3.0

Un gruppo di scienziati di vari istituti americani scientifici, guidati da Craig Venter, è riuscito a creare il primo batterio sintetico denominato “Synthia 3.0” che segna un passaggio molto importante verso la creazione della vita artificiale. Tale microrganismo sintetizzato possiede un codice genetico molto ridotto formato da 473 geni che contengono solo le informazioni necessarie per la sopravvivenza ed è costituito da 531.000 coppie di basi. Come si sa da tempo i geni rappresentano dei frammenti o tratti del DNA  e la parte più o meno ampia del DNA degli esseri viventi è costituita da geni ridondanti che anche senza i quali il nostro organismo continua a vivere lo stesso. La scoperta di questo batterio con il solo DNA essenziale alla vita potrebbe essere utile per studiare i geni che sono responsabili delle funzioni della vita oppure come un punto di partenza per aggiungere altri geni in modo tale da fornire al batterio le proprietà desiderate. Allo stesso modo di sei anni fa questo storico traguardo è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science quando il ricercatore americano Craig Venter aveva creato una nuova cellula vuota di un batterio di Mycoplasma mycoides e con geni creati in laboratorio avendo il M. mycoides JCVI-syn 1.0, denominato Synthia 1.0. Quindi questa idea del progetto del genoma umano minimo è un idea di tale ricercatore che in questi sei anni ha progettato degli ipotetici genomi più piccoli ciascuno dei quali testati per poter individuare i geni essenziali per la vita ed quelli che non sono utili e indispensabili alla sopravvivenza. Infatti si è riusciti ad isolare i soli geni essenziali alla vita a partire dal Synthia 1.0 che ha un genoma composto da un milione di coppie di basi azotate e contiene 901 geni, per cui i ricercatori hanno tolto un tassello di DNA uno dopo l’altro a questo Mycoplasma mycoides per arrivare all’isolamento dei tratti di DNA indispensabili alla vita e raggiungendo in tal modo l’obiettivo di ottenere una cellula con ridotto codice genetico. Cosi si è arrivati alla sintesi del Sinthya 3.0 il cui genoma piccolo è in grado di replicarsi in modo autonomo e comunque il suo patrimonio genetico è privo di quei geni che modificano il DNA, di quei geni di restrizione e di altri che servono per codificare le lipoproteine della membrana cellulare. Non tutto è stato rivelato  poiché rimangono ancora da scoprire circa 149 geni indispensabili alla vita ma di cui non si conosce la loro funzione biologica anche se un certo numero di questi geni sono stati trovati in altri organismi per cui potrebbero codificare delle proteine universali.

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