La Borsa del Turismo Archeologico protagonista a Paestum

Paestum – La XVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si è svolta come per il 2013 all’interno della città antica di Paestum nelle tre strutture allestite ad hoc presso il Tempio di Cerere, il Museo Archeologico e la Basilica Paleocristiana. L’obiettivo della BMTA, organizzata da Ugo Picarelli che ne è anche direttore, rimane quello di rendere protagonista il sito Unesco di Paestum, conosciuto in tutto il mondo. Straordinaria la partecipazione di 130 espositori di cui 25 Paesi Esteri tra cui l’Azerbaigian, Paese Ospite Ufficiale per il 2014 per sottolineare la cooperazione tra i popoli attraverso la partecipazione e lo scambio di esperienze. Nella Basilica Paleocristiana si è svolta la Conferenza di apertura, a cui hanno partecipato: Italo Voza, Sindaco di Capaccio Paestum; Gregorio Angelini, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania; Adele Campanelli, Soprintendente per i Beni Archeologici di Sa, Av, Bn, Ce e Giuseppe Canfora Presidente della Provincia di Salerno. Ad aprire i lavori Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario di Stato al MiBACT a cui sono seguiti gli interventi di Mounir Bouchenaki, Consigliere speciale del Direttore Generale UNESCO e Direttore Arab Regional Centre for World Heritage; Abulfas Garayev, Ministro della Cultura e del Turismo Repubblica dell’Azerbaigian; Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del MiBACT e Pasquale Sommese Assessore Regionale al Turismo ed ai Beni Culturali. Tra le novità è stata presentata dall’ IZI.travel l’audio guida, attraverso la quale sarà possibile sperimentare direttamente l’innovativa piattaforma che permette di realizzare audio guide su dispositivi elettronici, che raccontano ai visitatori antiche storie di vita. Il Premio Paestum Archeologia 2014 è stato conferito a Rai Cultura, al Dipartimento di Antichità Greche, Etrusche e Romane del Museo del Louvre e a Franck Goddio, archeologo subacqueo e fondatore dell’Istituto Europeo di Archeologia Subacquea.
Tra i Paesi partecipanti la Croazia con l’Ente nazionale croato per il turismo, diretto da Branko Curic,  che ha presentato nell’occasione l’ agenzia turistica “Ventula Travel” e le tre regioni Zara, Sibenik e Spalato ed il Parco Nazionale Krka dove l’archeologia è di casa. Nel territorio intorno al fiume Krka si svolsero  le battaglie all’epoca della Guerra Civile tra Cesare e Pompeo e a Burnum «dove passarono gli uomini più importanti del mondo romano – ci racconta il prof emerito Nenad Cambi – riecheggiano ancora gli echi delle battaglie, che fanno parte integrante del patrimonio archeologico di questo sito.  Il valore eccezionale delle bellezze naturali e culturali del territorio croato è stato riconosciuto nel 1979 patrimonio mondiale dell’umanità dall’ UNESCO con la Città vecchia di Dubrovnik, i Laghi di Plitvice e il palazzo dell’imperatore romano Diocleziano attorno al quale si è sviluppata la città medievale di Spalato, tuttora simboli turistici più famosi della Croazia. Anche il centro storico romanico della città di Trogir, costruita sulle fondamenta di insediamenti greci del III secolo a.C. è stata inserita nel ’97 nel patrimonio UNESCO.  C’è molto fermento di iniziative da quando la Croazia è entrata nell’ Unione Europea e sarà Salona ad ospitare dal 25 al 28 febbraio prossimo il Congresso internazionale delle città antiche.  In un territorio relativamente piccolo, ma ricco di uno straordinario patrimonio naturale, influenzato soprattutto dalla cultura Austro-Ungarica, Veneta e Turca risiede oggi un ricchissimo patrimonio culturale. In Croazia si possono trovare monumenti della cultura ellenica e dell'antica Roma, ma anche testimonianze di origine preistorica come, ad esempio, il sito archeologico dell'uomo di Neanderthal rinvenuto a Krapina, i reperti della civiltà neolitica di Vucedol, nei pressi di Vukovar, i ruderi illirici del periodo pre-romano e tanto altro ancora. In giro per gli stand abbiamo incontrato il direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo della Romania, Joana Podosu, che è anche Presidente dell’ADUTEI, che ci ha chiarito come la Romania continui a puntare sui suoi prodotti di forza: cultura e natura facendo leva sui variegati itinerari alla scoperta della Transilvania, della Bucovina e sulla natura incontaminata che si respira nel Paese. Oltre alle città medievali e ai castelli grande interesse viene riservato alle fortezze della Transilvania, ai villaggi sassoni inseriti sulla lista del Patrimonio Unesco, alle riserve ed ai parchi naturali, alle miniere di sale ed ai fenomeni carsici.  Joana ha parlato del prodotto city break per i viaggi brevi,  che vedono focalizzare l’attenzione sulla capitale Bucarest, Cluj-Napoca, città centro della Transilvania, Timişoara nell’ovest e Iaşi sita a nord-est del Paese, queste ultime tre sono in gara per ricevere il titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2020.   Capitale europea della cultura per il 2019 sarà invece con Matera la città di Plovdiv in Bulgaria, che è anche la città più vecchia in Europa, nella quale la vita non è mai cessata e, secondo il Daily Telegrapf, è classificata al sesto posto nel mondo. La sua origine risale al sesto millennio a.C. alla metà della nuova era della pietra. La città di Plovdiv, definita da Luciano di Samosata, “la città più grande e più bella di tutte – La sua bellezza splende da lontano”, ha il suo teatro antico, che è visibile ancor oggi nella città vecchia, lo stadio romano, il foro e l’odeon di Philippopol, l’acquedotto romano, l’edificio della tarda antichità detta la casa di “Eirene” e  la piccola basilica dell’inizio dell’epoca cristiana, situata nella periferia est della città antica. Abbiamo poi incontrato negli stand della Borsa Amalia Pedandola, che lavora a Milano a stretto contatto con il direttore dell’Ente del Turismo di Cipro, Christos Tsiakas. Cipro è un museo a cielo aperto dove si possono visitare insediamenti preistorici, templi greci, teatri e ville romane con stupendi mosaici, basiliche paleocristiane, chiese bizantine e monasteri, castelli, cattedrali gotiche, fortificazioni veneziane, moschee musulmane. Le vestigia del passato sono una delle più importanti ricchezze di Cipro le cui leggende sembrano trovare conferma nei reperti archeologici provenienti dalle antiche civiltà. Affascinanti sono i luoghi, dove i coloni greco-micenei hanno costruito templi in onore delle loro divinità, prima fra tutte Afrodite, la Dea dell’amore e della bellezza. A Cipro si possono ammirate i favolosi pavimenti a mosaico, che un tempo decoravano le ville dei Patrizi, all’epoca in cui l’isola era un lontano avamposto dell’Impero Romano. I mosaici, raffiguranti principalmente scene tratte dalla mitologia greca, furono scoperti per caso nel 1962, da un agricoltore che stava arando il suo campo. In particolare quelli della Casa di Dioniso ritraggono il dio del vino, mentre la Casa di Teseo prende il nome proprio da un mosaico, che raffigura l’antico eroe greco mentre brandisce un randello contro il Minotauro. Tra fitte foreste di pini si può andare alla scoperta delle chiese affrescate di Cipro, dieci delle quali sono state dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Culturale dell’Umanità, insieme alla città portuale di Pafo ed al sito archeologico di Choirokoitia, che risale al neolitico. Kourion è poi uno dei siti archeologici più spettacolari dell’isola, importante città-stato nell’antichità, nota in particolare per il suo magnifico Teatro Greco-Romano, che vede tra i suoi tesori, anche alcune ville patrizie con raffinati pavimenti a mosaico ed una basilica paleocristiana, con un battistero annesso sul lato nord. Anche la Casa di Achille e la Casa dei Gladiatori hanno dei bei pavimenti a mosaico.  
 Israele è poi crocevia della storia da millenni e non poteva mancare la sua autorevole presenza alla BMTA con il direttore ufficio stampa e p.r. dell’ Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, Mariagrazia Falcone. Israele è sì un paese piccolo, ma per quanto riguarda i siti archeologici è enorme ed è dalla metà del XIX secolo che gli archeologi in cerca di testimonianze bibliche scavano e studiano antichi “tesori” del passato.  Le civilizzazioni hanno lasciato nel vero senso della parola i loro segni nelle rovine di centinaia di splendidi siti. Grazie all’archeologia sono tornati alla luce alcuni resti, formati da enormi porte e mura di protezione, da misteriose iscrizioni, da lunghe cave, nascondigli e acquedotti. È privilegio e passione degli archeologi israeliani scoprire, conservare e mostrare i ritrovamenti che spiegano il passato multiculturale e la ricca storia delle tre fedi monoteiste presenti qui. La magia archeologica israeliana inizia con la preistoria e con le tracce  ritrovate sul monte Carmelo e nelle montagne di Nazaret. Proprio sulle colline del Carmelo e lungo i fianchi della vallata di Wadi Ara, la via di comunicazione tra la piana costiera presso Haifa e la depressione del lago di Tiberiade, è stata trovata una città fatta di strutture simili ai nuraghi. A Gerusalemme si può vedere uno straordinario reperto, un’iscrizione di duemila anni fa in onore dell’imperatore romano Adriano, famoso per aver attuato dure politiche anti-ebraiche tra cui disposizioni che mettevano fuori legge il rispetto del Sabato e vietavano agli ebrei di pregare e di praticare la circoncisione. Si tratta di un monumentale frammento di pietra portato alla luce dagli archeologi della Israel Antiquities Authority nel corso di scavi effettuati a Gerusalemme, poco a nord della Porta di Damasco.  

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