Maleficent: da strega cattiva a madre amorevole

A quasi un mese dalla sua uscita nelle sale cinematografiche italiane, Maleficent, il film di Robert Stromberg interpretato da una brillante Angelina Jolie sembra aver letteralmente stregato il cuore degli italiani. E per quattro settimane di fila, il film è ancora al primo posto per gli incassi e conseguente numero di persone che si sono recate al cinema per vederlo.
Bisogna ammetterlo, ciò che maggiormente ha convinto di questo film è stato il seducente trailer, che rivelava gli scenari paradisiaci della Brughiera, il dinamico scontro in battaglia contro l’esercito del re, la magia della terrificante Jolie dagli occhi incantati e la firma della Disney: tutti ingredienti che lasciavano presagire un gran film fantasy.
Qualche adulto potrebbe essere rimasto però deluso dalla genuinità della pellicola, che si conferma essere destinata a un pubblico di più piccoli come quella della Bella Addormentata, e che ribalta il mito della matrigna cattiva.
Forse troppo abituati al ‘male di questo mondo’, il vero colpo di scena è stato quello di portare sul grande schermo una potente maga cattiva svelandone le sfumature e spiegando i motivi del suo mondo malefico e tetro.
Ciò che ha reso tale Malefica è un doppio torto subito a partire dall’adolescenza: l’inganno di un amore finto che preferisce il successo alla bella fata Malefica, e il ritorno dello stesso Stefano che per diventare re la priva prima del suo cuore e poi fisicamente delle sue ali.
Questo il motivo per cui l’elegantissima Malefica scaglia la maledizione alla piccola Aurora, figlia di re Stefano: una vendetta del dolore che le aveva più volte inflitto l’uomo che amava.
Ma anche se il male è di questo mondo, Malefica si rivela presto essere attratta da quella che chiama “bestiolina”, scoprendosi premurosa nei suoi confronti e seguendola durante la sua crescita, la nutre e la protegge in caso di bisogno, sviluppando un sincero sentimento di amore verso quello che sembrava essere il risultato di un amore negato.
Questa volta la fiaba non vede la classica conclusione del risveglio dal profondo sonno come di morte per mano del principe azzurro, ma ricorda come il bacio del vero amore può essere quello di una sofferente e amorevole madre.

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