Il Vaticano è Social. Voglia di Comunicare o “Esigenza Marketing”?

Che i Social Network non fossero da demonizzare, lo avevamo appurato anche durante la giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2011, dove Benedetto XVI aveva dato il suo consenso al loro utilizzo affermando anche che “permettono alle persone di incontrarsi oltre i confini dello spazio e delle stesse culture, inaugurando così un intero nuovo mondo di potenziali amicizie” e creando così “nuove opportunità di condivisione, dialogo, scambio, solidarietà e creazione di relazioni positive”. Fu proprio lui infatti, nel Dicembre del 2012, a ufficializzare la sua entrata nel mondo di Twitter. Così Papa Francesco, eletto Vescovo di Roma e Papa della Chiesa Cattolica il 13 Marzo 2013, ha seguito le orme “social” del suo predecessore e non solo. In questi giorni sembra infatti che il Pontefice sia pronto a sbarcare anche su facebook, altra nota piattaforma sempre più usata in questi ultimi anni. La Santa Sede avrebbe scelto una équipe di informatici con il compito di studiare il modo migliore per l’”interazione papale” ed evitare tentativi di messaggi offensivi o inappropriati da parte di terzi utenti. Guardando la situazione con occhi attenti e critichi, non può non essere osservato che in breve tempo questo Papato sembra aver riscosso una grande rilevanza anche all’estero. Molto di più rispetto al suo predecessore. Moltissime interviste e discorsi pubblici di Papa Francesco, sono stati oggetto di discussione e si sono trascinati nel mondo dei social media in maniera sistematica. Rilevanti le dichiarazioni sull’Aborto, sui contraccettivi, sui figli nati fuori dal matrimonio. Ma anche le toccanti parole di cordoglio per le vittime di Lampedusa. Papa Francesco punta sull’empatia, sull’essere umile, presente e “ordinario” nella sua specialità. Si tratta sicuramente di rivoluzioni, che miscelano il sacro al profano. La giustificazione è voler essere “vicini alle persone”, soprattutto i giovani. Voler comunicare in tutto il mondo, con un linguaggio semplice e alla portata di tutti. Usando, come spiega Monsignor Claudio Maria Celli (presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali) anche solo 140 caratteri. Ma dietro tutto questo non si nasconde forse una paura sempre più evidente di perdere consensi e appoggi? La crisi, le malefatte della Chiesa e l’insicurezza generale hanno portato sempre più fedeli ad allontanarsi. Un cambiamento per il Vaticano era essenziale. Ma non basta la tattica marketing della comunicazione attraverso i social network. Servono nuove regole e disciplina all’interno delle Parrocchie e al vertice del sistema stesso. Bisogna fermare il pagamento dei sacramenti, gli abusi, la ricchezza. Bisogna sradicare a fondo la malattia clericale. Solo dopo comunicare col mondo.

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