L’ecomafia: rifiuti tossici e cancro

Ecomafia è un termine che identifica prevalentemente le associazioni criminali dedite allo smaltimento illegale di rifiuti tossici dando vita a veri e propri crimini ambientali. Le regioni maggiormente colpite  sono la Sicilia, la Puglia, la Calabria e la Campania. In una zona fra Caserta e Napoli, si trova "Il Triangolo della Morte". Nel 2004, una ricerca aveva rilevato che in quest'area, negli ultimi decenni, le cause di mortalità per cancro erano aumentate esponenzialmente e con una media superiore rispetto a quella Italiana. Uno studio del 2007 (condotto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Regione Campania), ha inoltre monitorato altri 196 comuni della Regione, rilevando un aumento di casi di cancro e di malformazioni congenite. Gli studi hanno dimostrato che l'aumento di mortalità e le problematiche legate alla salute siano direttamente collegate all'inquinamento ambientale causato dalle sostanze tossiche smaltite illegalmente da parte delle organizzazioni mafiose. A rafforzare la tesi, le parole del boss Gaetano Vassallo (clan dei Casalesi) che durante un'inchiesta parlamentare del 2009 avrebbe confessato di aver corrotto politici e funzionari per lo sversamento di rifiuti. Lo smaltimento illegale è diventato nel tempo un problema legato alla salute e non soltanto all'ambiente. E' innegabile quanto sia importante mangiare prodotti sani e respirare aria pulita. E non può nemmeno essere sottovalutato il problema da parte delle restanti regioni Italiane, che comunque accedono in qualche modo alle stesse acque, ai terreni e ai prodotti locali venduti nei mercati e nei negozi. L'Ecomafia mette in moto quindi un vero e proprio Crimine Umano in cui a farne le spese sono le persone stesse. Non è un caso che il tema stia sempre più prendendo piede in libri, film e documentari (ricordo Gomorra di Saviano e il documentario Biùtiful Cauntri). Nell'era della Comunicazione Digitale anche i "new Media" stanno dando il loro contributo. Da qualche tempo è nato un blog dedicato alla Terra dei Fuochi che raccoglie giornalmente video e denunce dirette da parte di cittadini stanchi. Sono inoltre attive numerose "social webzone" e campagne di sensibilizzazione promosse da "vip" e persone comuni fra cui "La Terra dei fuochi non è sola" e "Noi ci mettiamo la faccia". Forse parlarne senza un'azione concreta da parte di Governo e Parlamento non basterà alla causa. Ma aprire gli occhi e dare spazio al problema è già un primo passo.
 

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