Santa Matrona, nobildonna tra storia e mito

Siamo alla fine di Gennaio, e in questi giorni caratterizzati da un freddo pungente cade un’importante festa samprischese: la festa di Santa Matrona. La tradizione vuole che Santa Matrona sia festeggiata ad un mese esatto dal natale, il 25 Gennaio, memori dell’originaria festa invernale dell’agricoltura che si svolgeva ogni anno come buon auspicio per i raccolti. Durante la festa è possibile infatti acquistare gli strumenti  artigianali legati alla tradizione agricola, come ad esempio setacci, ceste e mestoli comunemente chiamati ‘canestrelle’ e ‘cucchiarelle’, oltre ai tipici dolci dell’evento quali la mela zuccherata o il cosiddetto ‘zuccariello’, ovvero una mela ricoperta di zucchero caramellato e lo zucchero intrecciato e indurito.
In particolare, la mela sembra avere un collegamento con la santa, poiché impiegata nella preparazione di uno speciale decotto per alleviare i dolori addominali. Si racconta infatti che la Santa, una donna di origini nobili e portoghesi, fosse afflitta da atroci dolori addominali e forti coliche impossibili da guarire, finché, per ispirazione divina, non decise di recarsi in pellegrinaggio verso le catacombe della via Acquaria. Una volta giunta nelle nostre terre, Santa Matrona ritrovò le spoglie di San Prisco martire, primo vescovo di Capua, brutalmente ucciso per mano dei seguaci della dea pagana Diana dopo la sua venuta in Italia con San Pietro. La tradizione vuole che non appena la donna raggiunse il luogo in cui giacevano i resti del santo, i dolori sparirono miracolosamente, e per questo motivo la nobile fanciulla decise di darvi degna sepoltura nel luogo in cui oggi sorge la Chiesa di Santa Croce, la stessa in cui è ubicata tuttora la cappella dedicata a Santa Matrona.
Ogni anno centinaia di pellegrini – donne in particolare – vanno a far visita a Santa Matrona il 25 Gennaio e nei giorni immediatamente successivi, per devozione, per tradizione o per chiedere in grazia la guarigione dai dolori che interessano l’addome, recandosi in preghiera nella peculiare cappella dove si trova la statua della santa. La piccola struttura è caratterizzata da un altare, costituito da un’antica vasca risalente all’età imperiale, e da un singolare mosaico che ne tappezza il soffitto, di cui una parte è andata perduta nel tempo ma che nonostante i vari interventi di restauro continua a rimanere incompleto per volontà di Santa Matrona, così come vuole una delle più antiche leggende samprischesi.

 

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