I politici si tagliano lo stipendio

Era annunciato ed invocato da molti mesi ormai e, finalmente, nei giorni scorsi è stata data la notizia del taglio del vitalizio corrisposto ai parlamentari.
Il taglio previsto ammonterà a 1.300 euro lordi (che, effettivamente, corrispondono a circa 700 euro netti). A questa prima misura si dovrà aggiungere un ulteriore taglio del 10% per quei deputati che svolgono un ruolo ulteriore, come i presidenti di commissione. La decisione è stata presa dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio e sarà "immediatamente operativa", già per i parlamentari attualmente in carica – spiega Rocco Buttiglione, al termine della riunione che ha preso la decisione.
L'Ufficio di presidenza della Camera ha preso un’altra importante decisione sul tema del trattamento economico dei parlamentari: ha stabilito, infatti, che "per quel che riguarda i vitalizi dei deputati si passa dal sistema retributivo a quello contributivo", in linea, d’altronde, con le recenti riforme giuslavoristiche. Lo stesso criterio è stato, inoltre, previsto anche per i dipendenti della Camera. La decisione “è assunta in maniera definitiva – ha sottolineato il vicepresidente della Camera – e riguarda i deputati ma abbiamo anche adottato provvedimenti nei confronti dei dipendenti della Camera, anche loro passano al metodo contributivo".
Dunque, quella che è ormai nota a tutti come la casta per eccellenza ha raccolto uno dei richiami che negli ultimi anni è stato più frequentemente avanzato dalla opinione pubblica. In tempi di crisi, anche coloro i quali hanno molti privilegi devono rinunciare a qualcosa, in favore dello sviluppo di un Paese che necessita di forti interventi strutturali e di una forte dose di equità sociale.
Si badi, la misura non è tra le più incisive e sicuramente ha un valore simbolico che supera di gran lunga la sua consistenza in termini economici.
Si auspica che possa essere un primo passo, nella giusta direzione della garanzia di una maggiore uguaglianza tra tutti i cittadini.

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