Papa Wojtyla mi disse: “torna dove sei nato e aiuta la tua gente”

L’impegno e la dedizione di un emigrante per la gente che soffre. Per 40 anni non era più tornato nel paese natio – le parole del Santo Padre gli fecero cambiare idea. La sua opera riconosciuta dall’Asl, da medici, dal Vaticano (memorabile nel 2003 l’incontro con Giovanni Paolo II), da ospedali e Università britanniche.
Salvatore Capasso, pranoterapeuta-riflessologo-fisioterapista  con il calore delle sue mani aiuta gratuitamente persone con problemi di salute.
Si divide tra il Regno Unito e il suo paese sito nell’alto casertano
A 20 cm di distanza si percepisce il calore irradiato dalle sue mani
– Per decenni  si sono fatti molti esperimenti sull'efficacia dei pranoterapeuti e sulla loro capacità di guarigione, inizialmente eseguiti attraverso l'intervista diretta dei pazienti e in un secondo tempo mettendo appunto dei rilevatori di frequenza energetica che mette sotto esame il potere di cura di ogni singola mano nei suoi particolari. Così si è arrivati a comprendere che alcune persone sono più dotate di altre nella pratica della guarigione pranica, o devono possedere un particolare tipo di magnetismo che si rende necessario nell'utilizzo di questa tecnica. In seguito si e intuito anche che alcuni terapisti hanno un'energia più propensa per curare meglio solo alcuni tipi di patologie, più in sintonia con la loro personalità! Uno di questi è Salvatore Capasso, 64 anni, pranoterapeuta-riflessologo-fisioterapista, nato ad Alife, trasferitosi  all’età di dodici anni in Inghilterra, dove ha studiato, si è sposato ed ha avuto tre figli, lavorando per 28 anni nell’ospedale di Ipswich- a facendo tanto volontariato. Da oltre due anni per lui  è maturata la pensione- ma Salvatore- non si è fermato, e continua nella sua missione ora a tempo pieno, dividendosi tra Regno Unito e Sud Italia, dove ha la casa paterna- che non vedeva da 40 anni.
L’INCONTRO CON IL PAPA
“Nel 2003-racconta Salvatore, lavoravo ancora in ospedale, facevo anche tanto volontariato- e proprio quest è stata la chiave di volta per l’accesso al Vaticano- dice mostrando attestato, anello e medaglia- testimonianze del fortunato “passaggio”  e conseguente stage durato cinque giorni, nelle vesti di “istruttore” di anatomia. “Tengo a precisare che non sono un mago o un ciarlatano, parlano i titoli che vedete: risolvo problemi fastidiosissimi e dolorosissimi ma non gravi , per quelli ci sono i medici. Ho collaborato dal 1995 al 2006 con l’Università di Cambridge, dal 1985 al 1994 con gli ospedali di Ipswich e Cardiff. Ho aiutato molte persone, continuo a farlo, dividendomi tra l’Italia e Regno Unito.
GRATIS ET AMORE DEI
Qui, nel comune dove sono nato, nella provincia casertana, tra qualche mese collaborerò con L’ASL- dice mostrandoci l’istanza presentata ai vertici sanitari per la collaborazione a titolo gratuito!  Per 40 anni non ero più tornato in paese- le parole del Santo Padre mi hanno fatto cambiare idea: nell’udienza avevo parlato con il Papa di questo mio impegno profuso in Inghilterra- e lui mi disse: “Torna dove sei nato e aiuta la tua gente”- consiglio che ho seguito ed eccomi qui ad aiutare per quello che posso la mia gente”. Senza spillare un solo centesimo. Gratis et amore dei. Questa energia che si sprigiona dalle mie mani, l’ho scoperta oltre 30 anni fa, poi irradiata al meglio dopo i corsi frequentati. In questo lavoro conta molto la capacità di concentrazione, non a caso è il potere mentale che si impone sul dolore altrui servendosi delle mani come mezzo di contatto tra terapista e paziente”. A dimostrazione del carico di energia- avvicina le sue mani alle nostre: venti centimetri di distanza e il calore si percepisce abbondantemente. “Come dicevo non curo patologie gravi: curo prevalentemente fastidiosissime patologie delle ossa, ma si ottengono buoni risultati  anche  con soggetti  con disturbi  neurovegetativi.  Scusatemi, ora devo proprio andare, devo preparare le valigie, questa sera torno a Londra, dove resto per due mesi, poi torno qui. Per aiutare chi ha bisogno. Lo ha detto il Papa!”

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