Cicoria nella bufera. Sangiovanni: “la gratitudine è un optional prezioso”.

Riceviamo e pubblichiamo l’amaro sfogo del noto giornalista freelance caiatino in seguito allo stravolgimento delle iniziative conseguite alla promozione nazionale della cicoria caiatina, ormai trasformata in fatto privato:
“Caiazzo ancora ingrata con chi da anni cerca di esportare la caiatinità nella penisola. L’ennesima dimostrazione -dopo i frequenti passaggi sui media nazionali- della cicoria caiatina, la caratteristica pianta erbacea -nelle ultime quattro settimane- approdata nella trasmissione di Raidue, “Piazza Grande (due volte), a Radio Due Rai, sulle pagine di Libero, il giornale di Feltri, e su Cronaca Vera. New trattata con ironia e goliardia da Giuseppe Sangiovanni, giornalista freelance di Caiazzo- che utilizzando gli strumenti mediatici nazionali- aveva inteso promuovere, gratis et amore dei, il comune caiatino- diventato autentico fenomeno mediatico: lanciando contemporaneamente l’idea del “Cicoria Day”: un viaggio tra arte e gastronomia- con la Pro Loco e il Comune parti attive dell’evento – finito, però, nelle mani di poche persone che dalla tre giorni- intendono guadagnare (e rilanciare il turismo a Caiazzo, sostituendosi arrogantemente all’assessore competente) anche consensi elettorali. “Non voglio trasformare la vicenda in un caso personale ma alcune considerazioni sono necessarie a questo punto” -precisa Sangiovanni. “Sono amareggiato e disgustato per quanto accaduto negli ultimi giorni. Il mio intento era promuovere l’immagine della città, e non favorire pochi intimi, buttatisi come avvoltoi sulla scia mediatica – creata dal sottoscritto. La parola gratitudine, per queste persone, è vocabolo totalmente sconosciuto. Niente, nemmeno un semplice grazie -continua Sangiovanni- per quanto ho procurato in termini pubblicitari sui media nazionali”. Usato e ignorato- dopo un miserevole invito a far parte del comitato (faccio il giornalista freelance di professione) – che avrebbe destinato un sostanzioso budget pubblicitario (con i soldi di chi?) ad un’emittente radiofonica del beneventano- per pubblicizzare una sagra – lontana anni luce dal mix di gastronomia, spettacoli, arte, visite guidate nel centro storico decantato sui media nazionali. A Caiazzo, paradossalmente, mancavano le professionalità per lanciare lo spot dell’evento».

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