Telefonini, ricariche: fatta la legge, trovato l’inganno.

Attenzione alle telefonate in partenza dai telefoni cellulari da oggi. Cercare di limitarle al minimo, in attesa dell’auspicato intervento dell’Unione Consumatori. Suggerimento prezioso perché, come spesso si verifica nel Belpaese, fatta la legge… trovato l’inganno: da lunedì 5 marzo l’Autorità per le telecomunicazioni ha “cancellato” le spese di ricarica dei telefonini? E dalla stessa data varie società (ma potrebbero allinearsi tutte) avrebbero predisposto una differenziazione delle tariffe: lasciando immutate quelle imposte ai vecchi utenti, per i quali rimarrebbero anche i costi di ricarica, ma imponendo per i nuovi utenti, esonerati dai costi di ricarica, uno scatto di venti centesimi per tutte le telefonate in partenza, guarda caso, sempre da lunedì 5 marzo. Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori, che minacciano denunzie e ricorsi al garante, ma intanto dalla mezzanotte di domenica agli ignari utenti potrebbe essere addebitata la nuova gabella. Che non sarebbe l’unica in quanto, nel rispetto di un altro adagio tutto italiano, l’autorità per le telecomunicazioni pare abbia dato, come suol dirsi, una botta al cerchio ed una alla botte, vietando, si, i costi di ricarica per l’utenza della telefonia cellulare (secondo alcune società solo per le nuove utenze, cioè per chi acquista una nuova scheda, alle nuove condizioni, da lunedì 5 marzo) ma anche disponendo un aumento generalizzato sui costi della telefonia fissa, che quindi dovrebbe gravare non solo sulle tasche di quanti usano prevalentemente il telefono fisso, ma anche di quanti usano Internet senza avere un particolare tipo di abbonamento. In attesa di conferma o, com’è auspicabile, smentita delle allarmistiche voci meglio sarebbe limitare l’uso del telefoni.
 

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