“Napoli criminale”: incontro con Bruno De Stefano

Si è tenuto il 19 gennaio u.s., presso la saletta dagli eventi della Libreria Guida di Capua, l’incontro con Bruno De Stefano giornalista/ scrittore nativo di Somma Vesuviana. Ad intervistarlo la dott.ssa Daniela De Rosa. De Stefano ha lavorato per diversi quotidiani tra cui il Corriere del Mezzogiorno, il Giornale di Napoli, il settimanale Metropolis e, attualmente, redattore di City, quotidiano del gruppo Rizzoli – Corriere della Sera. Dalla sua lunga carriera votata alla denuncia dei fatti della cronaca nera e alle vicende giudiziarie, è scaturita l’idea di un libro, che è stato appunto l’oggetto e il centro del dibattito: “Napoli criminale” un titolo che immediatamente denuncia il contenuto. E tuttavia, chiarisce l’Autore, suo oggetto non è la storia dei clan, né l’indagine storico- sociale della realtà camorristica,  ma le storie degli innocenti, le storie di quanti cioè, questa guerra non l’hanno voluta, né cercata, eppure ne sono vittime.
De Stefano ha scelto la professione giornalistica giovanissimo: “Per un ragazzo napoletano è reazione quasi scontata – dice – dare un contributo alla lotta contro la camorra, schierarsi in prima linea e denunciare gli orrori e i crimini di una realtà come Napoli resa sempre più difficile e invivibile dal fenomeno camorristico”. L’Autore ha maturato negli anni un proprio personale pensiero (condiviso dalla gran parte dell’opinione pubblica) che ha come cardini due punti fondamentali: innanzitutto il fatto che Napoli è una realtà in cui la camorra è forte e lo Stato è poco presente, e secondo poi, è una delle poche città, probabilmente la prima, in cui muoiono così tanti innocenti. In particolare,l’ultimo capitolo del libro tratta delle storie di bambini e di adolescenti, rimasti vittime di agguati camorristici, storie note e meno note, a volte dimenticate, a volte sconosciute. L’Autore cita ben 15 di questi casi: “Il fatto che siano degli innocenti a morire è cosa inaccettabile e tanto più lo è quando si tratta di bambini. Lo è soprattutto per i genitori che perdono i propri figli in una guerra che non hanno scelto di combattere” dice De Stefano.
Tra i tanti aspetti affrontati durante l’intervista, in particolare De Stefano si è soffermato sul ruolo avuto dallo Stato e dalla politica nel contrastare il fenomeno. “Poco o nulla è stato fatto rispetto alla gravità del problema, e la prova evidente di questo è il fatto che a Napoli la camorra occupa gli spazi che lo Stato lascia liberi, uccidendo  in qualsiasi ora del giorno e ovunque”.
Un tema, quindi attualissimo, “… forse da troppo tempo. Non c’è fenomeno o guerra durata tanto quanto la camorra”, afferma De Stefano. A chiusura dell’intervista all’Autore è stato chiesto quale fosse lo scopo del suo libro: “L’omertà e il silenzio hanno avuto ed hanno un ruolo determinante nella durata del fenomeno camorristico. Non si può e non si deve dimenticare. Questo l’obiettivo principale del mio lavoro”.

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