Al carcere militare va in scena il presepe vivente

Conoscendo il Tenente Colonnello Antonio del Monaco, comandante del carcere militare, eravamo sicuri che per le festivit? natalizie avrebbe preparato qualcosa di sorprendente, e non ci siamo sbagliati. Infatti, questo pomeriggio, con inizio alle ore 17.00, nel Carcere Militare avr? luogo il presepe vivente, al quale prenderanno parte reclusi e vigilatori. L?iniziativa, che ? destinata a diventare un ?cult?, un classico per il penitenziario militare, s?inserisce nel progetto ?sorgente educativa? nell’ambito delle attivit? di risocializzazione e rieducazione, nonch? di riscoperta della tradizione culturale, in generale e presepiale in particolare che in Campania ha radici molto profonde (basti pensare ai presepi del 700 vestiti con le sete di San Leucio). Il presepe vivente, che vedr? la partecipazione delle massime autorit? civili, religiose e militari della provincia, si dipaner? attraverso “gli stand classici”: dal carpentiere, al laboratorio di fabbro, dalla sinagoga, al caldarrostaio, passando per la meraviglia di Benino all’annuncio della nascita del Salvatore da parte dell’Angelo, sino ad arrivare alla capanna di Betlemme, il tutto nelle aree verdi del comprensorio. La rappresentazione curata dagli operatori penitenziari del Nucleo di Osservazione scientifico della Personalit?, vedr? in scena, come ormai consuetudine, reclusi e vigilatori. Altra importante iniziativa del personale recluso consiste nell?avere realizzato tanti presepi tradizionali, di particolare pregio, che sono stati anche esposti a Napoli a San Gregorio Armeno, la capitale mondiale del presepio. Il presepe vivente sar? replicato il 5 gennaio 2007 e sar? arricchito dell’arrivo dei Re Magi con i doni per il Cristo nascente che manifester? la sua “epifania” al mondo. A fare gli onori di casa, come sempre, il tenente colonnello Antonio del Monaco, Direttore del Carcere Militare ed il Generale di Brigata Celeste Rossi, vertice dell?Organizzazione Penitenziaria Militare con sede a Sulmona. L?attivit?, come accennato, s?inserisce nell’ottica globale delle attivit? trattamentali e di reinserimento sociale che vengono svolte a favore dei detenuti ed al fine di concepire la restrizione come “iter di rieducazione e rivalutazione dei vissuti personali”.

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