La celiachia si pu? battere. Se ne parla alla Dea Sport Onlus

Ancora una volta l? Associazione Dea Sport Onlus di Bellona prende una lodevole iniziativa. Per discutere sulla ?celiachia?, intolleranza al glutine, sono stati invitati due eminenti personalit?, il dott. Vittorio Borroni e l?immunologo dott. Luca Pietrangeli studiosi del su citato male che si manifesta in et? pediatrica. Nel salone della Dea Sport Onlus ? stato proiettato un cd rom appositamente creato, e gli esperti hanno relazionato sul tema della celiachia esponendo i due volti del problema: l’aspetto pi? strettamente scientifico, ma anche la problematica sociale. “La celiachia”, ha detto il dott. Borroni, “rappresenta un’enteropatia permanente caratterizzata da intolleranza al glutine. Questa sostanza proteica, contenuta in alcuni cereali quali frumento, segale, orzo, avena e malto, se ingerita da soggetti affetti da tale patologia pu? provocare un processo di progressivo danneggiamento intestinale e di malassorbimento di sostanze nutritive. I sintomi sono differenti a seconda che la celiachia si manifesti in et? pediatrica o che abbia un esordio tardivo. In questo caso, continua Borroni, ai sintomi pi? lievi si accompagnano frequenti complicanze di tipo autoimmuni associate (tiroidite, osteoporosi, artrite), ed in et? adulta aumenta la probabilit? di incidenza di tumori del tratto gastroenterico. La mancata o tardiva diagnosi, ? causa di complicazioni che insistono su vari organi ed apparati del sistema articolare, riproduttivo, nervoso centrale ed altri numerosi ed importanti problemi. Solo un programma attento e razionale di conoscenza, permetterebbe di gestire la celiachia e prevenire l’insorgere di disturbi ad essa correlati. ?A tale risvolto puramente medico, ha aggiunto l?immunologo dott. Pietrangeli, si accompagna una problematica sociale che non pu? essere sottovalutata: il nucleo familiare, ma in generale l’ambiente circostante, pu? adottare risposte comportamentali inadeguate che vanno da un estremo protezionismo, ad una eccessiva svalutazione del problema che rischiano di condizionare, negativamente, la qualit? della vita del celiaco sin dall’et? dell’infanzia”. ?Il fenomeno, continua l?immunologo dott. Pietrangeli, merita l’attenzione e la sensibilizzazione non solo delle famiglie, ma di ogni istituzione, in primo luogo la scuola dove il celiaco ? quotidianamente esposto e sottoposto al confronto con i coetanei anche nell’et? dell’adolescenza, evitando che origini meccanismi di emarginazione o isolazionismo. Una delle difficolt? ? rappresentata dalle mense scolastiche, che non sempre offrono cibi differenziati atti ad andare incontro ad esigenze alimentari cos? specifiche. E? necessario, quindi, coinvolgere medici, personale della scuola e associazioni di celiachia gi? operanti sul territorio, diffondendo la conoscenza scientifica e stimolando confronti.? Concludeva il dott. Pietrangeli.

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