Consiglio Opere Pie: continuano ad operare Grasso e Mennillo

Stante il perseverare di due componenti ritenuti incompatibili, s?invoca l?intervento del sindaco. Opere Pie, continuano ad operare Antonio Grasso e Mario Mennillo, senza dei quali il Consiglio di amministrazione dell?ente di beneficenza non avrebbe la necessaria maggioranza. Invocato l?intervento del sindaco per porre fine a quella che a molti appare come una perdurante illegalit?, perpetrata in piena consapevolezza. ? bastata la pubblicazione all?albo pretorio di una delibera adottata mercoled? scorso, 18 gennaio, dal Consiglio di amministrazione delle Opere Pie e dal cui frontespizio risulta inequivocabile la presenza di Mario Mennillo e Antonio Grasso, che peraltro continua a svolgere anche le funzioni di segretario, per fomentare una nuova polemica sulla legalit?, operativa e sulla stessa opportunit? di tenere in vita tale organo, nominato dall?ex sindaco Sorbo qualche giorno prima di essere defenestrato per sfiducia dei suoi stessi consiglieri. In seguito alla pubblica denuncia circa la ventilata incompatibilit? di Grasso e Mennillo, infatti, molti si sarebbero aspettati quanto meno l?astensione dei due finch?, sull?argomento, non si sar? pronunciato il Consiglio comunale, come richiesto dal capogruppo Udeur Fabio Sgueglia e come ? immaginabile accada fra pochi giorni, quando il locale parlamentino sar? convocato dal nuovo presidente Pasquale Simeone. Invece con la loro presenza e sommando i propri voti favorevoli a quelli della presidente Luisa Buonomo e della consigliera Concetta Bartolotta, Mennillo e Grasso hanno determinato il numero legale, altrimenti irraggiungibile per decadenza di Rutilio Mirto. Nel mirino per? ? finito lo stesso contenuto della delibera, inerente il contratto di locazione di un pubblico esercizio gi? attivo da qualche settimana ma che avrebbe decorrenza dal primo febbraio. Non ? tutto perch?, per cambiare la destinazione d?uso di tale locale, con atto 16 del 20 dicembre, lo stesso consiglio ha disposto il pagamento di circa tre milioni di lire ad un tecnico che dagli atti non risulta incaricato come per legge di fare l?accatastamento, la cui scelta non risulta motivata, che non avrebbe esibito atti giustificativi delle spese sostenute n? una parcella vistata dall?ordine degli Architetti e per giunta sarebbe in lite con il Comune. A tal punto, se il sindaco non dovesse intervenire in tempi brevi, come da pi? parti richiesto, per accertare il rispetto della legalit? e, se del caso, nominare un nuovo Consiglio o almeno surrogare chi ? decaduto, del caso e dell?intera attivit? dell?attuale Consiglio potrebbe essere investita la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza

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