Visita al cimitero dei garibaldini

La quiete dopo le tempeste atmosferiche di questi ultimi giorni, ha reso possibile realizzare un vecchio desiderio: visitare il cimitero dei garibaldini, ubicato ad est di S. Angelo in Formis, dove riposano giovani che sacrificarono la loro vita per rendere l?Italia una, libera ed indipendente. Osservato con attenzione, il sacro luogo mostra i segni di un lento degrado che gli amministratori dovrebbero fermare, ricordando ci? che scrisse il grande Ugo Foscolo nel suo carme ?I Sepolcri?: ?A egregie cose il forte animo accendono le urne dei Forti e bella e santa fanno la terra che le ricetta?. Da lungo tempo la fiaccola votiva ? spenta e le erbacce ed il fogliame offendono la memoria dei ?Forti?. Tre sono le tombe che custodiscono i resti dei garibaldini. Sul marmo della tomba di sinistra ? scritto. ?Qui dorme il sonno eterno Botti Riccardo di anni 19 nativo di Fiorenzuola. Le ossa furono raccolte dalla carit? cittadina?. Il marmo della tomba centrale riporta: ?Alla memoria gloriosa del capitano Salvatore Monti e del Tenente Rossi che, pugnando valorosamente, nel II Battaglione del I Reggimento della Brigata Basilicata sotto le mura di Capua, ultimo covo della borbonica tirannia, il proprio sangue e la propria vita nel combattimento del 15/ 10/ 1860, all?unit? d?Italia e all?italica indipendenza generosamente sacrificarono. Possa il loro esempio servire di stimolo e di gratitudine ai posteri? Infine il marmo della tomba a destra: ?Qui giacciono le ceneri di un manipolo di prodi che, seguendo Garibaldi, il giorno 1/10/1860 morirono per l?unit? d?Italia sacrificando la vita all?ideale di libert??. Osservando quel lembo di terra che raccoglie i resti di tanti eroi, si avverte un profondo senso di tristezza mista a tanta ammirazione per ?quel manipolo di giovani? che si sacrific? per un sacro ideale: la Libert?. Morirono lontani dalle loro famiglie che non hanno mai potuto pregare presso le loro tombe, n? deporre un fiore ed un cero in sostituzione della fiaccola votiva da molto tempo spenta. Unica consolazione per quelle madri in pena, forse, sar? stato quel motto che dice: ?Chi per la Patria muore, vissuto ? assai!?.

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