Eccidio, vittime: nomi et? e motivazione, dettata da Benedetto Croce

L?iter che ha portato alla condanna all?ergastolo del tenente tedesco Wolfgang Lehnigk Emden e del subalterno Kurt Artur Werner Schuster, entrambi contumaci per negata estradizione tedesca.
Sono stati scanditi uno per uno, fra gli applausi dei numerosi presenti alla commemorazione, i nomi delle ventidue vittime caiatine della furia nazista, in gran parte anziani, donne e bambini, massacrati in localit? monte Carmignano, sud-est di Caiazzo, la notte del 13 ottobre 1943: Massadoro Raffaele di anni 2, Massadoro Vito di anni 28, Perrone Nicola di anni 37, D’Agostino Francesco di anni 39, Albanese Antonio di anni 14, Insero Angelina, moglie di D?Agostino Francesco; D’Agostino Orsola di anni 8, Palumbo Raffaela vedova Albanese di anni 47, Albanese Marianna di anni 20, Albanese Maria di anni 18, Albanese Elena di anni 16, Albanese Angelina di anni 12, Di Sorbo Anna coniugata Perrone di anni 34, Perrone Giuseppe di anni 12, Perrone Antonietta di anni 9, Perrone Margherita di anni 7; Perrone Elena di anni 3, Santabarbara Orsola di anni 53; D’Agostino Saverio di anni 12; D’Agostino Antonio di anni 10, D’Agostino Orsola vedova Masciandaro e D’Agostino Carmela di anni sei. I primi sette trucidati presso la masseria ?Monte Carmignano? (ubicata alla sommit? del colle che affaccia sul Volturno), gli altri quindici presso la (sottostante) masseria ?Albanese?, come si evince dal provvedimento con cui il 28 dicembre 1992 la Procura Militare di Napoli sanc? che ?la competenza a giudicare dei fatti delittuosi commessi in Caiazzo dai militari tedeschi appartiene all’Autorit? giudiziaria militare, a ci? espressamente chiamata dall’articolo 6 del D. L. L. 21.3.1946 e dalle convenzioni internazionali, che prevedono la perseguibilit? nel paese offeso da crimini di guerra? rinviando per tanto ?gli atti al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione perch? determini ai sensi dell’art. 54 bis cpp. l’Ufficio del Pubblico Ministero che deve procedere nei confronti degl?imputati?. Disposto poi azzerato dalla decisione con cui, a modifica di un proprio decreto dell?11 gennaio 1993, gi? revocato, il 10 marzo 1993 la Corte di Cassazione sanc? che ?deve provvedere il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di S. Maria Capua Vetere disponendo l?immediata trasmissione degli atti a detto Ufficio per l’ulteriore corso? e l?immediata comunicazione del decreto allo stesso ufficio ed al Procuratore della Repubblica presso il tribunale militare di Napoli, dando cos? la stura al procedimento concluso in Corte d?Assise il 25 ottobre 1994 con la seguente sentenza: ?La corte dichiara Lehnigk Emden Wolfgang e Schuster Kurt Artur Werner colpevoli del reato loro ascritto -esclusa l’aggravante della premeditazione- e condanna ciascuno alla pena dell’ergastolo nonch? entrambi, in solido, al pagamento delle spese processuali. Dichiara inoltre i condannati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale; ordina la pubblicazione della sentenza mediante affissione nei Comuni di S. Maria Capua Vetere, Caiazzo, Ochtendung e Gross-Schaksdorf della Repubblica Federale di Germania nonch?, a spese dei condannati, per estratto e una sola volta? su due quotidiani di cui uno nazionale. ?Condanna altres? gli imputati al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede in favore delle parti civili, nonch? alla rifusione delle spese di costituzione e rappresentanza dalle stesse sostenute, che liquida in lire 2.240.000, di cui lire 2.000.000 per onorario difensivo, per Massadoro Orsola, Perrone Luigi, Perrone Raffaele e Perrone Vincenzo; in lire 4.030.000, di cui lire 4.000.000 per onorario difensivo, per Insero Angelo, Insero Oreste, Insero Vittorio, Palumbo Michele, Palumbo Angelo, Palumbo Paolina, Zambella Raffaele; in lire 2.060.000, di cui lire 2.000.000 per onorario difensivo, per Massadoro Raffaele, Maresca Michele, Della Rocca Antonio, Buonomo Maria e Buonomo Giovannina; in lire 1.560.000, di cui lire 1.500.000 per onorario difensivo, per Massadoro Alessandro e Perrone Giuseppina; in lire 3.030.000, di cui lire 3.000.000 per onorario difensivo, per Insero Angelo ed in lire 4.030.000, di cui lire 4.000.000 per onorario, per il Comune di Caiazzo, D’Agostino Saverio, D’Agostino Orsola, Santabarbara Giovanni e Santabarbara Salvatore. Sangue innocente che, quindi, ha implorato giustizia per circa mezzo secolo nonostante la toccante epigrafe dettata da Benedetto Croce due anni dopo la strage e riportata sul comune ossario eretto nel cimitero caiaitino in occasione del venticinquesimo anniversario della strage, il 13 ottobre 1968, cio? dopo un quarto di secolo: ?Presso Caiazzo / nel luogo detto San Giovanni e Paolo / alcune famiglie campagnole / rifugiate in una stessa casa / furono il 13 ottobre MCMXLIII / fucilate e mitragliate / per ordine / di un giovane ufficiale prussiano / uomini, donne, infanti / ventidue umili creature / non d?altro colpevoli / di aver inconscie / alla domanda dove si trovasse il nemico / additato a lui senz?altro la via / verso la quale s?erano volti i tedeschi /improvvisando /nelle umane guerre/ l?atroce presente nemico /dell?umanit??.

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