Un Eccidio impunito.

Dieci giorni dopo l?efferato Eccidio di Bellona, furono riesumate le 54 salme e trasferite al cimitero per una degna sepoltura. L?incommensurabile dolore dei familiari e di tutti i cittadini, suscit? il desiderio di conoscenza dell?avvenimento e di giustizia. Il luogo dove avvenne l?esecuzione, era una cava abbandonata da cui, in passato, si estraeva il tufo, una pietra porosa utilizzata per costruzioni. Conosciuto il luogo dove erano i corpi dei Martiri, i bellonesi si riversarono in massa presso la cava di cui era proprietario tale Giovannino, detto ??O Scialone? e, da quel giorno, il luogo fu ripulito di tutto ci? che lo rendeva impraticabile. Molti furono i bellonesi che si adoperarono nel pio compito per dare alla cava il decoro che onorasse i loro innocenti fratelli. Ripulita la zona, fu fissata una Croce di legno ai piedi della quale si notavano ceri votivi lasciati da mani pietose. Dopo pochi mesi, alcuni contadini piantarono del rosmarino intorno al perimetro della cava e, la moglie del Martire Cesare Cioppa, Maria, si adoper? affinch? fosse installata una lampada votiva per illuminare il luogo. Intanto iniziava a sorgere l?idea di innalzare una stele con su incisi i nomi dei Martiri. Su iniziativa di un gruppo di bellonesi, si costitu? il Comitato ?Pro Erigendo Monumento? di cui fecero parte molti cittadini che particolarmente tenevano alla su detta realizzazione. Fu eletto Presidente Giovanni Limongi che, ogni anno, il 7 ottobre, anniversario dell?eccidio, organizzava la commemorazione. L?incarico di redigere il progetto fu assunto dall?ing. Giovanni Della Cioppa, che propose di utilizzare il travertino di Bellona. Completata l?opera, lo stesso ingegnere, fidando sull?amicizia col filosofo Benedetto Croce, gli invi? una lettera con la quale lo invitava a compilare un?epigrafe da scolpire sulla stele. L?opera fu inaugurata alla presenza di tutti i familiari dei Martiri, delle autorit? Militari, Civili e Religiose e di Benedetto Croce che, da un gradino della stele, rivolse parole accorate condannando l?efferato crimine. Tutto questo non riusc? ad appagare il desiderio di onorare sempre pi? i 54 Martiri infatti, il Limongi, si adoper? affinch? quel luogo fosse trasformato in un Mausoleo Ossario. Cosa che egli port? a termine dopo anni di insistenze. Realizzata l?opera, il Mausoleo fu riconosciuto tra i luoghi che fanno parte della storia d?Italia. Nonostante l?assiduo impegno del Limongi, mancavano le risorse economiche per rendere ancora pi? accogliente il Mausoleo. Molti cittadini, con iniziative spontanee, si adoperarono per abbellirlo, ma, quella che suscit? l?ammirazione di tutti fu presa dal Circolo Dea Sport, un sodalizio che si prodigava per la soluzione di problemi socio-umanitari, che don? l?intero impianto elettrico all?Anfim, (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri), che aveva sostituito il Comitato pro Erigendo Monumento. All? iniziativa della Dea Sport segu? quella del circolo Sociale bellonese, con la donazione del pennone per l?alza bandiera. Con una solenne cerimonia, i resti di molti Martiri che riposavano nel cimitero comunale, furono traslati nei loculi del Mausoleo. Giovanni Limongi, desideroso di onorare sempre pi? i Martiri bellonesi, inizi? a chiedere la presenza del Capo dello Stato e la riconoscenza della Medaglia d?Oro. Purtroppo avvenne la dipartita del Limongi, senza che egli potesse veder realizzato questo suo desiderio concretizzatosi il 10 ottobre 1997 con la visita, a Bellona, del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il quale, nell?occasione, confer?, ?motu proprio? la Medaglia d?Oro al Valor Militare ai Martiri bellonesi che fu apposta sul gonfalone del Comune di Bellona, l?11 marzo del 1999, nel cortile del Quirinale. La concessione della medaglia d?oro, consent? a Bellona, pur avendo una popolazione di 5.000 abitanti, di ricevere anche il titolo di Citt?. Un desiderio inappagato dei bellonesi ? di non essere riusciti a portare sul banco degli accusati, i responsabili dell?Eccidio. Infatti, ancora oggi, dopo sessanta anni, a causa dell?indolenza da parte di tutti coloro i quali potevano chiedere giustizia, l?Eccidio ? rimasto impunito. Sono poche le eccezioni e, tra queste, siamo venuti a conoscenza di un documento che Giovanni Limongi, Presidente dell?allora Comitato ?Pro Erigendo Monumento, invi?, in data 13 gennaio 1947, all?allora Capo provvisorio dello Stato, Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Al Ministro di Grazia e Giustizia, Al Comando delle Forze Armate Alleate, con sede a Caserta, All?Alta Corte Alleata di Giustizia, con sede a Roma e al Presidente del Comitato Nazionale Vittime Politiche. Questo il testo: ?Oggetto: I Martiri di Bellona. Il popolo di Bellona eleva il suo grido di dolore contro gli autori della strage della Cava dei Martiri, con le sue 54 vittime massacrate nel giorno 7 ottobre 1943 dalla soldataglia teutonica per feroce rappresaglia, contro l?uccisione di un solo soldato tedesco avvenuta per causa di onore. Come si ? resa giustizia agli autori della strage delle Fosse Ardeatine, cos? questo popolo fa appello alle autorit? competenti affinch? si traducano davanti ai tribunali gli autori delle sue 54 vittime della Cava dei Martiri. Pertanto questo Comitato onora mettersi a disposizione delle competenti autorit? per fornire eventuali ragguagli nella fiducia che questo doloroso appello trovi cortese riscontro. Ancora oggi, 04 ottobre 1943 l?Eccidio ? impunito!

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