La Cassazione: il padre divorziato non paga più il mantenimento perché scopre dai social che la figlia ha un compagno
Giovanni D’Agata – Dopo aver lasciato l’università, la ragazza fa solo lavoretti da estetista: a 27 anni deve ritenersi autonoma. Sta al maggiorenne provare di essersi impegnato a trovare un lavoro anche non consono.
Addio al mantenimento della figlia maggiorenne a carico del padre divorziato. E ciò perché la ragazza a ventisette anni ha completato il percorso di maturità: lasciata l’Università, svolge lavoretti occasionali da estetista e soprattutto ha da tempo un compagno, come mostrano le foto pubblicate a iosa sui social network. Di più: ha avuto un figlio da lui, il che denota un autonomo progetto familiare. E ciò anche se il genitore non riesce a dimostrare fino in fondo la convivenza della figlia con l’uomo, nonostante l’abbia fatta pedinare da un investigatore privato. È d’altronde il figlio maggiorenne che vuole conservare il mantenimento a dover dimostrare le circostanze che continuano a giustificare il versamento dell’assegno. È quanto emerge dalla sentenza 1220/22, pubblicata dalla prima sezione civile della Corte d’appello di Bari. Accolto il gravame del padre: il contributo di 250 euro stabilito dagli accordi di separazione in favore della figlia è revocato dalla data di pubblicazione della pronuncia di secondo grado. Per i giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Il merito – o la colpa – è della Cassazione che con l’ordinanza 17183/20 ha introdotto un giro di vite anti-bamboccioni: il limite naturale all’obbligo di mantenimento del genitore coincide con il raggiungimento della maggiore età, a meno che il figlio non s’impegni nella prosecuzione degli studi. E dimostri poi di essersi impegnato nella ricerca di un lavoro, anche non consono alle proprie ambizioni professionali. Nulla di tutto ciò avviene nel caso di specie: deve ritenersi che la ragazza abbia abbandonato la facoltà di veterinaria e non voglia intraprendere altri studi universitari, dopo essersi diplomata a diciannove anni. Sta invece cercando di acquisire competenze che possono essere messe a frutto anche in futuro lavorando ogni tanto come onicotecnica. La relazione dell’investigatore mostra che la ragazza sta tutto il giorno con la madre e la sera va a dormire col bambino a casa del compagno: le immagini postate sui social mostrano un quadretto di famiglia felice. E dunque deve ritenersi completato il percorso che consente alla figlia, ormai alla soglia dei trent’anni, di raggiungere un’autonomia di vita anche economica dal padre”.