Museo della civiltà contadina e artigiana di Pignataro Maggiore

Nell’epoca di Internet, dei social e della multimedialità spinta dove, rispetto alla realtà dei fatti, si privilegia la superficialità dell’informazione piuttosto che i veri contenuti, pubblicare una guida in veste di catalogo fotografico potrebbe sembrare una mera operazione nostalgica. Eppure, ricordando che in tutto il mondo la fragranza della carta di un libro continua a garantire, nella sostanza, la vera necessità di cultura e informazione, perfino in questo strano nuovo millennio l’animo umano viene accarezzato da affascinanti foto del nostro passato. Ma come associare questo fascino alla vita quotidiana e veicolare messaggi utili alla crescita futura? Beh, semplice, plasmando una pubblicazione da sfogliare magicamente davanti ai nostri occhi che presenti, come una macchina del tempo, le istantanee provenienti direttamente dagli strumenti di vita di ciò che ci limitiamo a definire “Civiltà contadina e artigiana”. Operazione di non semplice riuscita, vittoriosamente portata a segno, in quel di Pignataro Maggiore, dal Prof. Fiorenzo Marino e dal ricercatore Massimiliano Palmesano, grazie anche alla sapiente mano del fotografo Pietro Manno, che il prossimo 5 dicembre presenteranno il nuovo Catalogo-Guida del Museo della civiltà contadina e artigiana presso la Sala consiliare del Comune di Pignataro Maggiore, sul cui territorio persiste questa perla nascosta dei nostri beni culturali. Un lavoro di ricerca trasformato in vera e propria guida al museo con foto a colori e schede didascaliche accompagnate, però, anche da termini dialettali per meglio contestualizzare il “ricordo” e la tradizione, come ulteriore occasione di approfondimento linguistico, filologico, per includere risvolti culturali, religiosi e sociali meno palesi rispetto alla norma.
Il Museo, nato nel 1993 dalla ferma volontà di Antonio Martone e Bartolo Fiorillo, è visitabile all’interno dello storico contesto di Palazzo Santagata, bella architettura locale del XVI secolo e parte del quartiere Partignano della cittadina casertana. Frutto di una collezione composta da donazioni di diverse famiglie del territorio, mette a disposizione dei visitatori attrezzi, oggetti e diverse memorie legate alla civiltà prettamente presente nella Campania Felix, quindi di sapienza contadina e artigiana, ponendosi come testimonianza viva e tridimensionale di un passato che oggi resiste sotto altre forme, nascosto dalle luci di un consumismo globalizzato molto distante dal vero progresso e dal rispetto delle peculiarità locali.
La pubblicazione del catalogo, che si pone in un momentum pandemico e di evidenza dei cambiamenti climatici, intende stimolare la riflessione per provare a recuperare una saggezza definita troppo spesso “povera” ma, pare oramai chiaro, molto più utile alla collettività rispetto all’egocentrismo odierno.
Come sottolineato da Giovanni Nacca, Presidente del Museo, «occorre ripercorrere e ripensare il recente passato senza voler idealizzare tempi profondamente segnati da gravi problemi – tutt’altro che risolti! […] innegabile che oggi, forme estreme di capitalismo liberista rendono gli uomini sempre più soli, vulnerabili, esposti e travolti dalle improvvise correnti del commercio globale. Ne deriva, pertanto, la crescente necessità di un ripensamento dei valori e delle priorità per l’uomo del presente». Come professo da anni, nel raccontare le mie Storie da Pubblicista, condensate anche nell’omonimo libro di prossima pubblicazione, è più che mai necessario riscoprire le radici, non solo per capire chi siamo stati, ma soprattutto per comprendere chi siamo oggi e come vogliamo approcciare al domani. Un domani che non deve assolutamente criticare la modernità, necessaria evoluzione che ha permesso di superare numerosi problemi, tra cui proprio quelli legati alla salute e alla nostra aspettativa di vita, ma deve guardare ai valori più saldi del passato, farli propri e unirli al meglio alle visioni e alle ipotesi per migliorare e traguardare l’orizzonte di questo millennio. Un libro, un Museo, un attrezzo antico, non sono solo luogo di conservazione, ma inevitabilmente pilastri su cui sollevarci.
Il lavoro è stato realizzato – grazie ai finanziamenti della Regione Campania e del Comune di Pignataro Maggiore – anche con interventi di rilievo, tra cui quello della Prof.ssa Floriana Ciccodicola dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, che ha impreziosito il catalogo con un suo preciso intervento, ma certamente sulla base del certosino lavoro degli studiosi Fiorenzo Marino e Massimiliano Palmesano, partiti dal precedente introvabile catalogo del 1997 e arrivati dopo duro lavoro al completamento di questo rinnovato lavoro editoriale.
Un appuntamento da non perdere quindi, per tutti i cittadini del basso Lazio e dell’alto casertano, che si svolgerà ad un passo dal Natale, con la speranza di poter dialogare con il territorio e affacciarsi al nuovo anno con rinnovata fiducia.

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