Il nodo dell’Apocalisse. Il primo Cavaliere

(Come meglio concepire gli avvenimenti attuali) – Per riuscire a comprendere le trasformazioni sociali e dell’ecosistema che stanno avvenendo, si deve introdurre un modello analitico che ci consenta di concepire i fattori comuni a tale trasformazione sociale. L’approccio olistico ha come scopo la comprensione di tutto l’insieme di più ecosistemi tra loro collegati che hanno capacità di autoorganizzarsi e autoriprodursi tramite relazioni con l’insieme sistemico, sociale e naturale. Pertanto questo approccio epistemologico permette l’abbandono di approcci settoriali a favore dell’interpretazione tra le parti.
A tale scopo è utile, a livello figurativo, rappresentarsi un quadrilatero tetramorfo, o meglio l’antichissimo simbolo del nodo dell’Apocalisse, ispirandosi all’interpretazione che ne ha dato il teologo Gioacchino da Fiore (1130 circa – 30 marzo 1202). Dante Alighieri (1265-1321), nella Divina Commedia, inserisce Gioacchino da Fiore nel paradiso (canto XII, versi 139-141), tra la schiera dei beati sapienti. Poi con un costrutto teorico, una sorta di campo semantico si pone il sistema sociale al centro di una matrice che comprende agli angoli i quattro elementi, “concetti” base della natura: aria, fuoco, terra e acqua, che secondo Empedocle (494 a. C. Agrigento, luogo di morte, Etna) sono le quattro radici che formano tutte le cose. Inoltre è propizio citare riferimenti religiosi tetramorfi degli evangelisti e dei quattro cavalieri dell’Apocalisse di San Giovanni, associandoli ai quattro elementi della natura, perché, soprattutto per i credenti, fanno riflettere sui segni dei tempi di questi ultimi giorni.

L’uomo, al centro della figura è stato creato per ultimo, dalla correlazione dei 4 elementi della natura. L’opera armoniosa e perfetta della creazione appartiene a Dio, che nel suo immenso amore la dona all’uomo. Cede il creato in dono all’uomo perché possa governare moralmente su tutta la terra, in unità con il creato stesso e col Creatore attraverso la strada dell’intelletto.
Purtroppo l’uomo ha usato poco l’intelletto per un’ascesi verso Dio e in armonia con la natura, da ciò quello che era annunciato dai profeti, a scopo di avvertimento, si avvera. Per chi legge la Bibbia e in particolare l’Apocalisse di Giovanni, l’escatologia si avvera in sette periodi storici. Teologicamente sono scanditi sette tempi di sette chiese. L’attuale chiesa è la settima, pertanto siamo già nei giorni ultimi della storia dell’uomo terreno.
Il primo cavaliere, bianco e coronato, viene così descritto:
“E vidi subito apparire un cavallo bianco, e colui che ci stava sopra aveva un arco, e gli fu donata una corona e partì vincitore, per riportare nuove vittorie”.
L’arco è un segno d’aria e si riferisce agli sconvolgimenti climatici che l’uomo, da dominatore della terra, perché coronato, ha provocato.
È possibile identificare questo cavaliere con la Pandemia da Covid-19: il bianco sarebbe il colore della malattia, la corona indicherebbe la morte sovrana, il pallore della morte. È la devastante manifestazione di una pandemia, opera negativa sull’ambiente. La bestia in Apocalisse 19, 11 e ss. è l’anticristo che viene per vincere per un tempo determinato. La tradizione ci dice che l’anticristo viene dall’oriente e nella simbolica della tradizione cinese il bianco è il colore del lutto, dei vestiti a lutto, dell’autunno e dell’occidente. Nei sogni il cavallo bianco è spesso collegato a un presentimento di morte o di un accadimento luttuoso. Del resto in tutte le culture gli spettri sono visti come figure bianche.
A prova di ciò, l’ultimo rapporto diffuso dell’Onu, (AR6) dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici”, dice che i cambiamenti climatici sono diffusi, rapidi e si stanno intensificando. Il tempo per salvare il pianeta sta finendo!
I dati del rapporto dell’Ipcc sono “angoscianti” perché evidenziano l’inadeguatezza delle politiche sul clima dei governi del pianeta. Occorre impedire ulteriori conseguenze catastrofiche da danni climatici. Con un pianeta più caldo di 1,1°C rispetto all’era preindustriale nei prossimi anni avremo danni climatici ben peggiori di quelli che vediamo oggi.

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