Arienzo, successo alla presentazione de “La gioia nella croce” con il Vescovo Di Donna

Come da anticipazione giusto una settimana fa, mercoledì 30 giugno 2021, presso l’Oasi di Santa Maria dell’Accoglienza de Convento dei Frati Cappuccini di Arienzo, si è tenuta con ampia partecipazione la presentazione del libro “La gioia nella croce” rappresenta un Viaggio nel pensiero di von Balthasar, edito quest’anno nella Collana “Il respiro dell’anima” da Effatà Editrice (Torino). Oltre all’autore (Prof. Pietro De Lucia – Docente di Cristologia ed Ecumenismo presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano “SS. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua e di Teologia dogmatica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Duns Scoto” di Nola), e al vasto pubblico hanno relazionato sul libro sedendo al tavolo della presidenza il Prof. don Edoardo Scognamiglio (Teologo – Filosofo, docente di Teologia dogmatica presso la PFTIM), il Vescovo della Diocesi di Acerra, Mons. Antonio Di Donna (Presidente della conferenza episcopale campana) e l’autore. L’evento sarà moderato dal dott. Antonio Pintauro (Direttore dell’ufficio comunicazione della diocesi di Acerra).
La pubblicazione “La gioia nella Croce” del Prof. Pietro De Lucia oltre a essere dedicata a Mons. Giovanni D’Alise, amico fraterno del Prof. De Lucia, è stata passo passo seguita dal prelato nato al Cielo pochi mesi or sono. La forte amicizia tra D’Alise e De Lucia si perde nei decenni passati in funzione non solo di una comune opera di collaborazione presso la Diocesi di Acerra ma in ragione di una storica e salda amicizia.
A conti fatta si rileva che la prima presentazione del mio libro è stata un vero successo e a dirlo sono i numeri dei partecipanti e delle copie di libri venduti e autografati.
Il primo ad intervenire è stato don Edoardo, il quale è partito da alcune sue considerazioni espresse nella prefazione. Ha parlato del paradosso della vita cristiana: la “gioia nella croce”. Sembra assurdo parlare di gioia, soprattutto in tempo di coronavirus e di pandemia. Tuttavia, ha aggiunto Scognamiglio, è possibile. È possibile perché la gioia cristiana riceve luce e contenuto dal mistero della Pasqua di Gesù Cristo. Infatti, illuminato dalla passione di Gesù, il discepolo è in grado di unire nella gioia della risurrezione i dolori e le gioie quotidiane del suo vissuto. In realtà, il paradosso della gioia cristiana è nel “sì” di Gesù al Padre e nella fiducia che il Figlio rimette completamente nelle mani dell’Onnipotente. Padre Edoardo, conclude il suo intervento consigliando la lettura di questo testo che definisce essere un “piccolo gioiello”.
Per quanto riguarda il Vescovo, Mons. Di Donna, all’inizio del suo intervento chiarisce subito che il tema trattato nel testo in questione è un tema “pericoloso”, in quanto va spiegato, chiarito. Il presule, infatti, chiarisce: i cristiani non sono dei masochisti. Non amano la sofferenza, non cercano il dolore. Nel cristianesimo bisogna sempre evitare due eccessi: quello dei pessimisti, che sono fermi alla croce senza guardare e vivere la risurrezione, e quello di chi si è convinto che non ci sia sofferenza ed è proiettato a vivere solo il positivo, pensando di poter bypassare il dolore. La gioia aggiunge Mons. Di Donna, è il cuore del Vangelo, infatti chiarisce che il termine stesso Vangelo vuol dire “lieta notizia”. Inoltre afferma: “se mi chiedessero di dover conservare una sola pagina di Vangelo, non avrei dubbi nel conservare il passo delle beatitudini. I beati, cioè i felici”. Infine, il Vescovo ha voluto esprimere parole di ringraziamento, di gratitudine verso l’autore. Un giovane teologo figlio di questa terra, di questa diocesi, dal futuro brillante.
Infine, è intervenuto l’autore il quale ha chiarito innanzitutto la scelta di questo tema, cioè perché la gioia? Perché è ambita, desiderata ma probabilmente non più cercata, in quanto ci siamo convinti che essa sia irraggiungibile, inafferrabile. L’autore ha definito Balthasar, il grande teologo incompreso. Bocciato dal Vaticano II, a differenza di altri teologi come per es. Rahner e de Lubac. Questi ultimi, invece, avevano ben capito l’importanza e la portata della sua teologia. Il Prof. De Lucia ha anche chiarito il rapporto che il teologo svizzero ha avuto con Adrienne von Speyr, (mistica svizzera, cristiana protestante, convertitasi al cattolicesimo dopo aver incontrato Balthasar) con la quale fonda, nel 1944, la comunità di San Giovanni (per dedicarsi a questa comunità, Balthasar nel 1950 lascerà i gesuiti). L’autore ha evidenziato che questo testo comincia e termina con Gv 15. Vangelo, il quarto, molto caro al teologo svizzero nonché a Mons. D’Alise, amico fraterno di De Lucia. Infatti, il compianto Vescovo di Caserta, proprio dal vangelo di Gv aveva tratto il suo motto episcopale: «Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9). Ed è proprio analizzando Gv 15, che Balthasar si chiede: come può Gesù, ormai intravedendo la sua croce, parlare di gioia? Lo fa nella consapevolezza di poter servire Dio e gli uomini. Il dolore di Gesù si è trasformato in gioia perché sulla croce la morte diventa vita. Questo interessante e profondo momento di presentazione si è aperto e concluso con due brani suonati da un giovane maestro di fisarmonica, Gianni Papa. Brani scritti dal grande maestro Ennio Morricone per il grande musicista austriaco Mozart. Brani scelti proprio per l’occasione, essendo Balthasar grande estimatore di Mozart.
Dopo l’estate sono previste, in biblioteche e centri accademici, altre presentazioni del testo. Testo che ha avuto un notevole riscontro anche nei giorni scorsi, dal 2 al luglio, a Napoli Città Libro, Salone del Libro e dell’Editoria, realizzatosi presso il Palazzo reale di Napoli.
Qui è stato presente allo stand di Effatà Editrice anche il Prof. Pietro De Lucia che si è intrattenuto con alcuni intervenuti e con l’occasione ha parlato del suo ultimo interessante lavoro editoriale. Diversi visitatori si sono intrattenuti con il Prof. Pietro De Lucia e la dott.ssa Monica Pairone della casa editrice Effatà per presentare la ricca offerta editoriale del brand.
In chiusura si riporta il testo della quarta di Copertina di presentazione dell’opera  ”Viaggio nel pensiero di von Balthasar”:
“La gioia è il mistero stesso della vita di Gesù. Nonostante la croce, il Figlio di Dio aveva un cuore che traboccava di vera gioia, un gaudio nascosto faceva vibrare tutta la sua persona. Interrogandosi su questo mistero della vita cristiana, cuore del Vangelo, l’autore si è imbattuto in Hans Urs von Balthasar e nella sua visione particolare della gioia, intesa come passaggio purificatore attraverso l’esperienza della croce, che è esperienza di morte e di vita, di seppellimento e di risurrezione e quindi di immersione nel divino, già ora sperimentabile. In questo senso la gioia ha un carattere paradossale perché mette assieme speranza e sofferenza, passione e amore, attesa e profezia, giustizia e perdono. Ma essa è segno di un’esistenza redenta, liberata dal peccato e dal male attraverso la passione di Cristo e la sua risurrezione nella carne. Ed è in questa luce che la gioia può ritornare nella vita di ogni giorno e riportare l’uomo alla ricerca della vera felicità”.

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