La misconosciuta identità nazionale del popolo curdo

Nel corso della storia, il Kurdistan, paese dei curdi, ha visto negate dai propri regnanti la propria lingua, la propria scrittura e la propria identità nazionale. Il Kurdistan è un territorio montuoso di circa 500 km quadrati, diviso tra Turchia, Siria, Iran e Iraq, e con antichissimi insediamenti curdi nelle varie repubbliche caucasiche come l’Armenia. Il territorio, ricco di risorse naturali, ha i maggiori giacimenti del mondo di cromo, i due terzi del greggio iracheno ed è abbondante di rame. I Paesi che hanno il reale dominio sul territorio gestiscono tutta la ricchezza del paese dei Curdi. L’attività principale è la pastorizia e quindi una discreta componente del popolo curdo conduce una vita nomade. I curdi oggi sono circa 45 milioni di individui. Kurdistan è un nome formato da due particelle, Kurd e stan. In lingua curda, come in tante lingue asiatiche, stan significa paese o nazione.
La realtà etnica dei curdi ha almeno quattromila anni di storia, la stessa età degli armeni, con i quali hanno condiviso l’area Medio orientale. La caratteristica costante dei curdi, di mantenere sempre con grande fatica e coraggio un’autonomia “di fatto” in seno ai vari domini, li contraddistingue tuttora.
Hanno coltivato la propria cultura e identità proteggendola da istanze etno-culturali allogene, spesso aggressive, se non realmente distruttive. Nel 1970 almeno in Iraq si riuscì a far passare una legge per l’autonomia locale del Kurdistan iracheno.
Il gruppo più numeroso di curdi di circa 25 milioni d’individui è quello esistente in Turchia, circa un terzo della popolazione totale. Attualmente un centinaio di parlamentari di diverse liste di partiti politici curdi e in maggioranza concentrati nel partito HDP, considerato la faccia politica della lotta di liberazione curda, sono stati eletti nel parlamento nazionale turco. Oltre alla lingua parlata esiste una lingua letteraria ancora in formazione e riorganizzazione in due forme diverse: la lingua parlata fra i gruppi esistenti nelle repubbliche caucasiche e la lingua curda parlata dalla popolazione yezidi dell’Armenia. Alcuni dei personaggi più conosciuti di questa cultura prettamente curda sono: il grande filosofo, poeta e studioso della confraternita Yezidi Sheid Adi (X-XI secolo); M.A Geziri che tende verso i Sufisti (XII secolo); nel XIV secolo è famoso F. Darian con le sue opere a sfondo sociale; il poeta Akhmatè Khanì, il mistico Shak Hakarì nel XVII; Nali che diede il maggior impulso alla lotta di liberazione del XVII secolo, Khurdì, Harikh e Hagì Khoyi che fu l’ideatore e organizzatore del fiorire della coscienza nazionale del XIX secolo, e il maestro di satira della letteratura curda Sheih R Talabani.
Nel XX-XXI sec. Abdullah Öcalan, detto anche Apo, di cittadinanza turca, è stato il fondatore e leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ed il teorico del confederalismo democratico. Accusato di attività separatista armata e considerato un terrorista da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea è stato catturato a Nairobi, in Kenya, il 15 febbraio 1999, e condannato a morte nello stesso anno. La pena è stata poi commutata in ergastolo nel 2002.
Nel 2018 la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato che, non essendo stati soddisfatti i requisiti per includere il PKK nell’elenco di gruppi ed entità coinvolti in atti terroristici, è da ritenersi nullo l’inserimento del partito dei lavoratori curdo nell’elenco redatto dal Consiglio dell’UE nel 2002. A tutt’oggi il PKK è ancora scandalosamente presente in questo elenco. Persistono attualmente, da parte della comunità internazionale, un vergognoso silenzio e un disinteresse per la sorte di Ocalan e del popolo curdo.
Öcalan, unico detenuto dell’isola-prigione di İmralı, ha scritto dal carcere diversi libri: Civiltà e Verità, l’era degli dei mascherati e dei re travestiti; Oltre lo Stato e la violenza; La road map verso i negoziati; Il PKK e la questione curda nel XXI secolo; Gli eredi di Gilgamesh, dai Sumeri alla civiltà democratica; La gineologia (femminismo e uguaglianza).
Libri che esprimono i concetti democratici fondamentali della Comunità del Kurdistan: ecologismo radicale, femminismo e democrazia diretta.

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