Paola Bortoletto, A.N.DI.S., Documento di analisi e riflessioni sulla “Didattica A Distanza”

La Dirigente Scolastica dell’istituto Comprensivo di Spresano (TV), nonché Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici –A.N.DI.S. – Paola Bortoletto, sul blog dell’Associazione con sede in Roma alla Via Lusitania, 16, guidata con spirito di servizio, dedizione e competenza dal Dirigente Scolastico Paolino Marotta, il 30 aprile u.s. ha pubblicato un documento di approfondita analisi e attenta riflessione sull’uso e sull’efficacia della didattica a distanza –DAD-, divenuta strumento e mezzo di trasmissione dell’azione educativo-didattico-formativa della scuola a seguito delle disposizioni emanate dalle preposte autorità governative e ministeriali per contenere la diffusione del Covid-19.
Un’innovazione così radicale, anche se il “sistema scuola” nella sua “mission” già si serviva di strumentazioni informatiche e digitali, non poteva non registrare sostenitori e detrattori. A tal proposito si ritiene utile fare una doverosa premessa: in presenza di un fenomeno pandemico dalle dimensioni imprevedibili e incalcolabili importante è stato reagire in modo proattivo e funzionale consentendo alla scuola di proseguire la sua attività nel modo migliore, attivando la “Didattica A Distanza” e cercando di limitare i “disagi” della mancata “condivisione” e “relazione” in quanto la scuola non genera solo apprendimento, studio, lezioni ma crea anche scambi, confronto, amicizia, legami e relazioni importanti e ciò è per gli alunni/studenti punto fermo e contesto importante di crescita, apprendimento ed esperienza.
Ebbene la Dirigente Scolastica Bortoletto, a tal riguardo, ha scritto che “(…) Tutta la diatriba tra detrattori e sostenitori della didattica a distanza (DAD) o della didattica in presenza (DIP), forse potrebbe raggiungere un equilibrio insperato se riflettessimo su un ambiente di apprendimento che non può prescindere, al di là degli spazi fisici o virtuali, da:
– la centralità dell’alunno e la responsabilità nella costruzione del proprio apprendimento
– una didattica centrata sull’esperienza, contestualizzata nella realtà, fatta di compiti significativi
– un approccio all’apprendimento prevalentemente induttivo, meno passivo e più autonomo
– l’affidamento all’alunno, oltre alla responsabilità, di progettualità e presa decisioni
Un ambiente di apprendimento così definito per favorire tutto il potenziale di ogni alunno implica nei docenti:
– l’attenzione agli aspetti affettivo-emotivi dell’apprendimento come la curiosità, l’interesse, la significatività, la fiducia, l’empatia
– l’assunzione di responsabilità educativa, perché la scuola è sì il luogo dell’istruzione, ma anche della formazione della persona e del cittadino autonomo e responsabile, per perseguire l’obiettivo dell’interdipendenza dialettica tra istruzione e formazione, per dare risposta alle grandi domande di senso e di significato, in termini socio-affettivi e valoriali
– la consapevolezza di essere mediatore, facilitatore e tutor, non semplice trasmettitore
– l’attenzione ai differenti stili e modi di apprendimento degli alunni, per rendere la scuola veramente inclusiva.
Se si parte da questi assunti ogni tipo di didattica (DAD, DIP, DDI – didattica integrale digitale) può trovare la propria dignità e il proprio valore adattandosi al contesto interno e, ahimè, esterno in questo difficile momento della nostra storia, pur se sappiamo che i più piccoli, i più fragili, i più votati alla dispersione proprio nella relazione trovano linfa per apprendere e rimanere uniti a quella scuola, che può mantenere in vita il legame debole con l’apprendere”.
La Prof.ssa Bortoletto ha focalizzato, in modo esaustivo, le implicanze della DAD ad un anno dall’inizio della pandemia e a noi piace evidenziare come la didattica a distanza sia una risorsa importante anche se limitativa e vanno considerati molti elementi quali il momento storico, le necessità, il tipo di utenti a cui è diretta, l’età degli alunni/studenti, i contenuti e i materiali.
L’Autrice ha concluso l’esaustivo e pertinente documento di analisi e riflessione con la richiesta-suggerimento di “avviare un autentico apprendimento trasformativo anche per chi nella scuola ci lavora tutti i giorni con professionalità, ma che corregga tutte le forme di attenzione bloccata, di chiusura difensiva, di distorsione del reale, che ancora permangono. Soltanto l’esercizio accorto della corresponsabilità e l’ascolto reciproco possono costituire l’antidoto risolutivo per contrastare le ansie ed il senso di solitudine che hanno colto e continuano a cogliere gli alunni, i docenti, i dirigenti e le famiglie. La scuola, infatti è una comunità palpitante di cui anche le famiglie sono parte integrante. Queste possono relazionarsi in maniera corretta ed efficace solo se perfettamente consapevoli della complementarità delle diverse funzioni, specie nella scuola dei piccoli, ma senza dimenticare gli adolescenti, molti dei quali, proprio in questo periodo pandemico si sono avvicinati ai loro genitori, che convenzionalmente sono da contrastare per affermare la propria identità. Credo che lo sforzo di tutta la comunità educante, e la scuola dovrà compiere la sua parte, sarà quello di formare persone capaci di comprendere l’inedito, di abituarsi al disordine, alla riorganizzazione per rivedere l’ordine delle priorità, per dare senso ad una nuova forma di cittadinanza, oltre la pandemia”.

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