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L’ASEAP con il bollettino/rivista “LE NOSTRE RADICI” ha reso memoria al suo compianto Presidente Antonio Romano

L’Associazione ex Alunni Passionisti – ASEAP – con la pubblicazione del bollettino/rivista n. 2 – aprile 2021 – ha reso memoria al suo compianto Presidente, Antonio Romano, non potrà mai essere sufficientemente rimpianto, deceduto il 21 marzo u.s. all’ospedale di Caserta per aver contratto il Covid-19. La sua dipartita, inaspettata e improvvisa, colse di sorpresa i familiari, l’ASEAP, gli amici e i conoscenti.
Antonio Romano viveva a Cesa (CE) con la sua amata consorte, Sig.ra Eleonora e si “godeva” la vicinanza dei premurosi figli: Nicola e Maria Consiglia e l’affetto degli adorati nipoti.
Antonio Romano ex alunno passionista della Congregazione di San Paolo della Croce della Provincia dell’Addolorata del Basso Lazio-Campania conservò ed implementò l’impronta passionista che lo aveva forgiato negli anni trascorsi nei seminari di Ceccano (FR), Calvi Risorta (CE), Pontecorvo (FR), Falvaterra (FR) e Isola del Gran Sasso-San Gabriele (TE) che era diventata parte integrante del suo pensare e agire. Nel 1991 riuscì a costituire un comitato provvisorio per la costituzione di un’associazione di ex alunni passionisti che su richiesta dell’allora Consultore Provinciale, P. Giovanni Cipriani e con parere favorevole del Superiore Provinciale P. Ludovico Izzo ne fu autorizzata la costituzione che fu denominata ASEAP, Associazione ex Alunni Passionisti che, tranne un breve periodo, ha sempre guidato con slancio, determinazione, passione, entusiasmo, abnegazione e dedizione come pure dal 2004 ha curato e diretto il bollettino/rivista dell’Associazione “LE NOSTRE RADICI”.
La pubblicazione del bollettino, a seguito della sua morte, non si è interrotta e ha avuto un seguito con il bollettino n. 2, aprile 2021, per merito di Antonio Gargiulo di Sant’Antonio Abate (NA), tesoriere dell’Associazione, che si è avvalso della disponibilità e collaborazione di Nicola Romano (figlio del compianto Direttore-Presidente) e di Francesco Del Vasto ed è impreziosito dal contributo dei Padri Passionisti Giuseppe Comparelli, Amedeo De Francesco, Ludovico Izzo e Carlo Cautillo e dal profilo-confessione di Carlo Pezzella, da una corposa lettera di Italo Zarrelli e da uno scritto del predetto Gargiulo.
Il bollettino ha riportato sul frontespizio significativamente la foto di Antonio Romano e a fianco la frase con la quale il predetto apriva l’ultimo bollettino, n. 1, febbraio 2021.
P. Giuseppe Comparelli “Antonio Romano: il senso di un carisma”. La conclusione così inaspettata del suo viaggio terreno ci ha fatto riflettere su quanto perde la famiglia dell’ASEAP, oltre quella dei suoi cari, e sull’interruzione di un servizio di risonanza ecclesiale com’è quello della testimonianza laicale. Antonio Romano aveva in mente sia la necessità di una presenza operativa, sia la sua intima vocazione organizzativa che dava alle sue idee e ai suoi programmi la tenacia di chi sente di dover fare sempre di più. (…) Il suo ottimismo si estendeva fino alle Istituzioni civili quando dava vita alle sue iniziative: successe a Calvi e ad Airola per l’ASEAP, per i pellegrinaggi ciclistici annuali in onore del Beato Grimoaldo, sia a Pontecorvo, sia agli altri centri toccati dal percorso. (…) Il patrimonio che egli lascia sarà una lezione e un programma per chi resta. Il miglior omaggio alla sua memoria sarà quello di tener in piedi ciò che ha saputo costruire”.
P. Ludovico Izzo “In ricordo di Tonino”. “Un augurio agli ex alunni, me lo puoi fare?” … Isolato in una stanza di un ospedale, con l’ansia e la paura di un virus contratto, il carissimo Antonio Romano, si preoccupava, come sempre, di tenere gli amici dell’ASEAP, attraverso gli annuali auguri pasquali da inviare. E’ l’ultimo messaggio whatsApp che io ho ricevuto da Antonio! Sembrava un testamento, un ultimo sigillo, che mostrava il suo attaccamento alla famiglia degli ex alunni passionisti, fatto di stima, profonda amicizia e sensibile comunione d’affetto. (…)”.
P. Amedeo De Francesco “La Pasqua – Passaggio di Cristo Risorto, speriamo quanto prima ci faccia passare da questo periodo di sofferenza e di morte, ad una vita di nuovo dignitosa e realizzata… (…)”
P. Carlo Cautillo “Pasqua di Cristo – Pasqua dell’Uomo”. “(…) Da circa 2000 anni la Pasqua ci fa rivivere la resurrezione del Crocifisso. La Chiesa ripete le parole che i nostri fratelli ortodossi si scambiano come saluto: Cristo è veramente risorto. In questa proclamazione è inclusa la professione di tutte le altre verità cristiane come la Trinità, la nostra Risurrezione e quella della creazione intera. La fede cristiana ci dice che con la risurrezione di Cristo l’eternità, la vita nuova e definitiva è già entrata nella storia, nella nostra esperienza. La vita nuova nasce dal nostro affidarci al Padre, come si è affidato Cristo. Sperimentiamo tutto ciò ogni volta che compiamo un atto di fede e di amore; ogni volta che riceviamo l’eucarestia o un altro sacramento; ogni volta che prendiamo una decisione seria, buona. (…)”.
Nel bollettino hanno trovato ospitalità anche due ex alunni passionisti: un profilo-confessione di Carlo Pezzella e una corposa lettera di Italo Zarrelli. Carlo Pezzella di Casandrino (NA), anni 70, imprenditore edile in pensione, “quando ha deciso di smettere l’attività, ecco che è venuto fuori dal seme che era stato messo a dimora nel suo periodo tra i Padri passionisti, la sua vocazione sociale, il suo spirito altruista. (…) Da pensionato ha voluto dare vita, come volontario, ad una sezione locale dell’AISA, associazione di volontari organizzata in diversi comparti che si occupa di vigilanza ambientale, protezione civile, nucleo subacqueo, cinofilo e primo soccorso sanitario, radioamatori, scorte tecniche, addestramento nautico, anti incendio boschivo e percorso veterinario. (…) Il Pezzella afferma, con sofferenza, che “Non è possibile veder morire bambini, anche di pochi anni, per tumore. Non ho mai dimenticato gli insegnamenti di San Paolo della Croce. Non ho indossato l’abito talare per il resto della mia vita, ma non posso cancellare quanto ho appreso in gioventù. (…)”. Italo Zarrelli, nativo di Melizzano (BN), 77 anni, vive con la sua famiglia da oltre 50 anni, per motivi di lavoro, a Brizè (VC) e nella missiva scrive “Sono stato ben 12 anni tra i Passionisti (1954-1967) e sono stato a Pontecorvo, quattro anni a Calvi Risorta, poi passai al noviziato di Falvaterra e successivamente in Sicilia, a Mascalucia, per i tre anni del Liceo Classico. Infine, a Napoli per iniziare gli studi di Teologia. Luoghi che, ora, richiamano alla mia mente ricordi belli. (…) Io mi auguro che tutti pongano tanta buona volontà e coltivino il desiderio di rivedere luoghi e amici passionisti a noi tanto cari, per riflettere, pregare e pranzare insieme. Io vi ho partecipato con mia moglie tanti anni fa, 30 anni fa a Calvi, e quanto fu gioioso per me riabbracciare Morzillo, Manganiello, Santodonato e soprattutto P. Gabriele Cipriani, che è ancora in Brasile, come lo sono stati altri due miei amici: P. Paolo e P. Paolo Petricca, oggi parroco al suo paese. (…) Cari soci, non immaginate quanto mi è caro chiudere gli occhi e rivivere, sognando gli anni dell’alunnato”.
Antonio Gargiulo “Distanziati fisicamente ma vicini con il cuore”. “E’ trascorso ormai circa un anno da quando, su questo stesso bollettino, si auspicava un presto ritorno alla nostra vita normale per poter riabbracciarci di nuovo, perché è un gesto d’amore che ci è mancato e tuttora ci manca tantissimo e chissà quando potremo ancora tornare a farlo. (…) Rispettare le distanze fisiche non significa isolarsi nelle nostre case, è vero dobbiamo evitare il più possibile gli incontri dal vivo, ma grazie alla tecnologia possiamo rimaner in contato in diversi modi ed essere connessi per non interrompere il contatto con i propri familiari e le persone care, ed allora usciamo dai nostri isolamenti, il virus passa facilmente da una persona all’altra, ma non ha nessun potere sui nostri legami, sulle nostre relazioni, sulla possibilità di ritrovarci e sostenerci nei momenti più bui delle nostre giornate, così facendo ci sentiremo più uniti e più forti. La Pasqua sia per noi una nuova occasione per riscoprire la bellezza del sentirci più uniti, nonostante i divieti, distanti fisicamente ma vicini con il cuore. (…)”.
Continuare la pubblicazione del bollettino associativo “LE NOSTRE RADICI” è il modo migliore per onorare la memoria di Antonio Romano, icona dell’ASEAP.

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