Il congedo di paternità in Italia e all’Estero

Il congedo di paternità è una tutela per i neopapà, i quali hanno l’obbligo di astenersi dal lavoro per un determinato arco temporale.
Com’è noto, in Italia, il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, introdotto in via sperimentale dall’art. 4, c. 24, lett. a), della L. n. 92/2012, è stato oggetto di tantissime proroghe. Si deve ricordare, infatti, che non essendo possibile effettuare una misura strutturale, il congedo di paternità deve essere di anno in anno prorogato e confermato.
Volendo fare una breve analisi degli ultimi anni circa il numero di giorni concessi ai neo papà, notiamo che il congedo di paternità – il quale deve essere goduto, anche in via non continuativa, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio o dall’ingresso in famiglia o in Italia (in caso, rispettivamente, di adozione/affidamento nazionale o internazionale) – ha avuto una durata di 3 giorni nel 2014; 2 giorni nel 2017 (analogamente a quanto già disposto per il 2016); 4 giorni nel 2018 (elevabile a 5 in sostituzione della madre, in relazione al periodo di astensione obbligatoria ad essa spettante); 5 giorni per il 2019 (elevabili a 6 in sostituzione della madre in relazione al medesimo periodo di astensione obbligatoria ad essa spettante) e 7 giorni dal 2020 (elevabili ad otto in sostituzione della madre in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima) a seguito dell’articolo 1, co. 342 della Legge 160/2019 (Legge di Bilancio per il 2020).
Come si evidenzia da questi dati, in Italia, i giorni concessi ad un padre per godersi un figlio hanno subito un’alternanza ballerina, aumentando e diminuendo; decisioni che sono lasciate al libero arbitrio dei politici che governano – o hanno governato – il nostro Paese.
Epperò, con l’emendamento approvato alla legge di bilancio per il 2021, qualcosa si è mosso perché i giorni di congedo salgono da 7 a 10 a partire dalle nascite/adozioni avvenute dal 1° gennaio 2021 e più un ulteriore giorno in sostituzione della madre, in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima. Resta fermo che con riferimento agli eventi nascita/adozione avvenuti entro il 31.12.2020 i giorni di congedo riconoscibili continueranno ad essere sette ancorché alcuni di questi siano fruiti parzialmente o totalmente nel 2021.
Tale misura si pone in linea con le direttive europee che intendono incrementare sempre più il periodo di congedo di paternità.
Il congedo è attualmente operativo per i dipendenti privati, mancando per i dipendenti pubblici il relativo provvedimento attuativo previsto dall’art. 1, c. 8, della L. 92/2012 che ne subordina l’operatività all’approvazione del Ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione.
Durante il congedo il papà ha diritto a ricevere in busta paga il 100% dell’intera retribuzione. È quindi obbligo del datore di lavoro anticipare in busta paga tali somme per poi compensarle nel mod. F24 con i contributi dovuti all’INPS.
Rapportando e confrontando i dati italiani con quelli di paesi come la Francia, la Svezia, la Danimarca, il Portogallo e la Spagna, risulta evidente l’abisso esistente tra il nostro Paese e questi ultimi.
In Francia i neo papà, da luglio 2021, potranno passare quasi un mese con i propri neonati; nello specifico, si tratterà di tre giorni di congedo per nascita a carico del datore di lavoro e 25 giorni finanziati dalla Previdenza Sociale. Per il momento si tratta di un congedo facoltativo, ma il Governo lo vuole rendere obbligatorio.
La Svezia vince la medaglia d’oro in materia di congedo parentale, in quanto sono previsti 240 giorni a genitore che possono essere estesi fino a 18 mesi qualora si rinunciasse alla retribuzione.
In Danimarca, i neo genitori hanno diritto a 52 settimane di congedo retribuito, due concesse al papà e 14 alla madre: le restanti possono essere divise a seconda della volontà dei genitori.
Per il Portogallo non c’è differenza tra congedo di maternità o paternità; i genitori possono ugualmente scegliere se stare a riposo per 120 giorni con retribuzione al 100% o 150 giorni con l’80% di stipendio.
In Spagna, dal primo gennaio 2017, il congedo di paternità è stato aumentato da 13 giorni a 4 settimane, cui si aggiunge un congedo di nascita di 2 giorni.
Si potrebbe continuare nel rapportare gli ulteriori dati di altrettanti Paesi Europei.
Epperò, questi dati sono più che sufficienti per costringerci ad una sottile ma profonda riflessione sulla grande differenza che c’è tra i Paesi appena citati e la nostra amata Italia, che per quanto sia da noi amata, non sentiamo giusto che un neo papà italiano debba assistere allo spettacoloso miracolo della vita per soli 10 giorni.

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