Dai caccia della RAF ai centri commerciali: le imbattibili tecnologie della Seconda guerra mondiale ancora in uso!

Dalle sue più ancestrali origini il genere umano, passando per le fondamentali “rivoluzioni industriali” del ‘700 e ‘800, ha sempre costantemente cercato e sviluppato nuovi e più potenti mezzi di estensione delle proprie capacità fisiche e, soprattutto, della comunicazione. Grandi le conquiste che negli ultimi due secoli abbiamo più o meno direttamente vissuto attraverso un incremento esponenziale delle invenzioni, delle produzioni industriali, dei materiali “speciali” disponibili. Oggi, di fatto, siamo tutti bravi ad usare elettrodomestici, smart Tv, computer e soprattutto telefonini, come pure conosciamo molti dei sistemi usati in campo medico o commerciale, magari per non farci commettere “atti poco lodevoli“. Ma quanti di questi ritrovati dell’ingegno umano sono davvero parte del nostro bagaglio culturale?
Troppo spesso, in effetti, consideriamo nuove tecnologie delle invenzioni che provengono effettivamente da un passato non proprio recentissimo. Più o meno tutti ricordiamo straordinari eventi epocali come l’avvento della distribuzione elettrica, del telefono e, ancor prima, della pila e delle macchine a vapore. Molti ricordano la nascita della fotografia e conseguentemente del cinema. Qualcuno, poi, ricorda che l’ormai indispensabile radar fu definitivamente sviluppato durante la Seconda guerra mondiale e, dopo esser stato brevettato in Gran Bretagna nel 1935, contribuì in modo decisivo a contrastare i bombardieri nazisti sui cieli d’Inghilterra. La cruda verità, però, è che pochi associano alcune delle più comuni tecnologie odierne al giusto periodo e, soprattutto, ad una “scienza” che oggi appare antica, quasi mistificata e malfunzionante, figlia esclusiva di esperimenti strampalati e quindi limitata nelle sue funzioni.
Niente di più falso! Sicuramente la miniaturizzazione, fondamentale passo per lo sviluppo della più potente e portatile tecnologia digitale, è diretta evoluzione dell’elettronica del dopoguerra, ma molti dei prodotti attualmente presenti nella nostra vita sono figli di quel tremendo conflitto che spinse l’Umanità ad inventare armi e strumenti decisivi per battere il proprio nemico.
Il microonde, ad esempio, nacque per caso dallo scioglimento di una barretta di cioccolato, nel 1945, durante dei test per il funzionamento di apparati radar per la marina statunitense. Fu in quel preciso momento che dalla tecnologia militare si passò ad una delle invenzioni più utili per il mondo industriale, commerciale, domestico ed enogastronomico.
Molto più avvincente, ma quasi sconosciuta, la nascita di una tecnologia che oggi troviamo nelle nostre auto, nei passaporti, negli hotel, nei badge aziendali, nei negozi di ogni tipo, nei magazzini industriali e, con una ulteriore evoluzione, anche nei nostri telefonini!
Parliamo della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), quella che oggi tutti conosciamo sicuramente grazie ai famosissimi sistemi antitaccheggio che troviamo in ogni negozio, quelli che almeno una volta nella vita ci hanno fatto vergognare quando, al suono del bip bip, siamo quasi passati per dei ladri solo perché la commessa aveva dimenticato di rimuovere il cosiddetto tag! Esattamente, quel benedetto coso attaccato ad alcuni elettrodomestici di facile trasporto o magari contenuto direttamente nelle etichette di giacconi, magliette e scarpe, che rappresenta l’estrema miniaturizzazione di uno strumento inventato per i caccia da guerra della RAF (Royal Air Force) della Seconda guerra mondiale. Uno strumento che, sempre citando la famosa Battaglia d’Inghilterra, salvò Churchill ed i londinesi dall’attacco della Luftwaffe, la temibile aeronautica nazista. A quell’epoca, piuttosto che beccare il ladro di magliette nel centro commerciale, serviva per evitare che i piloti della RAF attaccassero, soprattutto al tramonto, i propri compagni di volo della formazione di difesa, supportati da un intelligente sistema chiamato IFF – Identification Friend o Foe (identificazione amico – nemico). Se un aereo della RAF veniva “eccitato” dai segnali della rete radar britannica, il dispositivo rispondeva identificandolo come amico e veniva lanciato un avvertimento a tutti gli altri aerei vicini, al fine di avere un quadro completo e costantemente aggiornato dei velivoli nemici presenti nel settore. Le successive evoluzioni poi portarono a ciò che oggi accade con le etichette antitaccheggio, ovvero un generatore eccita, ovvero carica, il cosiddetto tag o trasponder (passivo il primo, attivo il secondo) che risponde con un segnale immediato utile ad identificare oggetti, a controllarne la fuoriuscita da un perimetro fisso (il negozio), a leggerne le caratteristiche, etc. Dagli aerei di guerra ai negozi è, però, molto riduttivo. La tecnologia RFID è presente ovunque. Dove? La portiamo sempre in auto con il telepass ad esempio! Avete un badge o un bancomat di quelli che non si strisciano? State usando un chip RFID e una carta contactless (o NFC)! Avete aperto la porta della stanza in albergo avvicinando una card che vi hanno dato alla reception? Avete usato la tecnologia RFID. Avete il nuovo passaporto elettronico? Dentro c’è un chip RFID che vi identifica istantaneamente. Avete un abbonamento alla metro e usate una sorta di carta di credito che appoggiate sul tornello per accedere ai binari? State usando il RFID. Ma la cosa più bella è che da anni usiamo l’evoluzione di questa straordinaria invenzione della Seconda guerra mondiale direttamente nei nostri smartphones. Avete mai notato l’icona NFC sul vostro schermo? Avete mai trasferito un’immagine o tutti i vostri dati dal vecchio al nuovo telefono semplicemente avvicinando i due dispositivi e attivando quella strana scritta? Beh, state usando una tecnologia solidissima e in continua espansione che proviene direttamente dagli anni ’30/’40 del secolo scorso, non riesce ad essere battuta dalle nuove tecnologie digitali, anzi è talmente presente nel nostro mondo che se ricevete un pacco da Amazon il giorno dopo l’ordine, lo dovete essenzialmente al tracciamento delle merci fatto anche grazie alle etichette RFID!
Allora, chi crede ancora che nel passato abbiano solo inventato valvole elettriche gigantesche e strumenti meccanici da film di fantascienza degli anni ’50? Meditate gente, meditate. Forse faremmo bene ad interessarci di più alla nostra storia. Chi conosce il proprio passato vive meglio il presente e si prepara al futuro. Se poi vi piacciono solo i reality show….diceva Totò «fate vobis».

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