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Non sono superstizioso, ma ci credo! Niente miracolo di San Gennaro

Anche se siamo nel terzo millennio, abbiamo oramai superato i primi venti anni di questo nuovo secolo e, secondo i libri di storia, saremmo anche nell’era dell’uomo digitale, il concetto poco scientifico e tanto popolare della superstizione è più vivo che mai. Certo, non è che questo 2020 ci stia aiutando a diventare “migliori”, come avevamo sbandierato da balconi e vetrine social, ma è pur vero che siamo giornalmente messi a dura prova. Il Covid, del quale pare non sapremo mai nulla di vero, ci ha confermato in pieno il concetto di «anno bisesto, anno funesto» non solo portando via tante persone in tutto il mondo, ma anche massacrando l’intera economia planetaria. Per una volta potremo dire, finalmente, che siamo stati globalizzati davvero. In Italia siamo esperti della superstizione, con punte di eccellenza al sud, in particolar modo in Campania, dove ad ogni occasione lo scongiuro è d’obbligo. Ma siamo poi così sicuri che siano solo fandonie?
A fare alcuni semplici accostamenti la risposta è decisamente no! Ieri, infatti, non si è ripetuto il famoso miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro a Napoli, una delle tradizioni popolari più seguite e temute d’Italia. La figura del “Santo” protettore della metropoli campana, cui si è chiesto di intercedere contro eruzioni, pestilenze, crolli economici e perfino competizioni sportive, è stata spesso romanzata, confinata da tempo immemore nella leggenda urbana sebbene la sua vita abbia reali fondamenti storici. In diversi documenti, già a partire dal VI secolo, si narra del cruento martirio di questo importante prelato cristiano finito sotto la scure dell’Imperatore romano Diocleziano. Nel 305, infatti, quale Vescovo di Benevento, recatosi a Miseno per visitare il diacono Sossio, uno dei tanti cristiani condannati a morte in quel particolare periodo storico, fu riconosciuto e a sua volta condannato a morte per decapitazione presso la Solfatara di Pozzuoli, nei Campi Flegrei.
Il culto di questo ennesimo martire della Chiesa non tardò a svilupparsi, ma la tradizione del sangue ha radici popolari che affondano addirittura nel retaggio greco di Parthenope e poi della rifondata Neapolis. Così, tre volte l’anno (prima domenica di maggio, 19 settembre e 16 dicembre), è d’obbligo attendere “il miracolo”, quella magica liquefazione di un grumo rosso che, sotto sapienti gesta rituali oramai folkloristiche e turistiche, diventa improvvisamente “il sangue”. A questo evento, quasi mistico, pare semplicemente generato dalle sollecitazioni meccaniche cui si sottopone una probabile sostanza tissotropica, è legata la superstiziosa credenza di sciagure in arrivo in caso di rifiuto del Santo a concedere il prodigio. Beh, se volete un po’ rabbrividire, vi segnalo che nelle poche volte in cui è mancato il miracolo di San Gennaro, come oggi (!), ne sono capitate davvero di tutti i colori. Cito solo le più recenti…
• 1939, invasione della Polonia da parte dei nazisti. Inizia la Seconda guerra mondiale;
• 1940, l’Italia entra in guerra a giugno;
• 1943, dopo i gravissimi bombardamenti americani che devastano Napoli, Benevento, Avellino e tante altre città italiane, l’Italia firma la resa incondizionata dell’8 settembre e partono le stragi naziste nella provincia di Caserta (all’epoca soppressa dal fascismo);
• 1973, scoppia la tremenda epidemia di colera a Napoli;
• 1980, a novembre, appena due mesi dopo il “rifiuto del Santo” di sciogliere il suo sangue, si verifica il più catastrofico terremoto d’Italia;
• 2016, terremoto di Ischia e incendi gravissimi sul Vesuvio;
• 2020, il mondo è in preda alla pandemia da Covid19.
Insomma cari amici, se vogliamo dirla tutta io non sono superstizioso, ma ci credo! Oggi niente miracolo di San Gennaro. Diceva Totò «fate vobis!»

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