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US elections 2020: uno scenario insolito, il pareggio elettorale

È risaputo che il sistema elettorale americano prevede l’elezione indiretta del Presidente e del vicepresidente da parte degli americani registrati al voto, i quali scelgono i grandi elettori dei loro distretti che andranno a formare il collegio elettorale che eleggerà il nuovo Presidente a inizio gennaio. La Costituzione americana regola il giorno dell’elezione che cade il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre, per evitare la concomitanza con la festa di Ognissanti.
Noi conosciamo il nome del vincitore già dalla notte elettorale dal fatto che mentre alcuni grandi elettori sono vincolati per legge, tutti gli altri restano comunque fedeli al voto espresso, in quanto membri del partito di appartenenza. Ogni Stato ha un minimo di tre grandi elettori i quali aumentano in virtù del peso demografico del singolo stato. Il collegio elettorale è formato da 538 grandi elettori, dunque a un candidato serve raggiungere quota 270 per venire eletto. 48 stati su 50, più il distretto di Columbia attribuiscono gli electoral votes in base al criterio del “winner takes all”, ovverosia a un candidato basta aggiudicarsi il singolo stato per un solo voto per ottenere tutti i suoi grandi elettori. Il Maine e il Nebraska attribuiscono gli electoral votes in base ad un sistema misto tra winner takes all e il proporzionale. Il tempo che intercorre tra l’election night e l’inizio del mandato occorre al Presidente eletto per confermare o formare il nuovo gabinetto. Il Presidente eletto assume la carica a mezzogiorno del 20 gennaio dell’anno successivo, prestando giuramento al Campidoglio. Questa procedura deve avvenire, per costituzione, dopo il 3 gennaio, giorno di insediamento del nuovo congresso.
Essendo il collegio formato da un numero pari di grandi elettori è possibile, come verificatosi più volte nell’Ottocento, che risulti un pareggio a 269 e nessun candidato raggiunga quota 270, necessaria per l’elezione. A risolvere questo impasse è il XII emendamento della Costituzione americana, il quale prevede che in caso di pareggio sia il congresso a decidere chi debba essere eletto. Una volta insediato il Congresso, nello specifico, avviene la seguente procedura. La camera dei rappresentanti elegge il Presidente attraverso un voto per singolo Stato, dunque sono necessari 26 voti per essere eletti; nel caso nessuno raggiunga quota 26, per astensione di qualche Stato, si procederà ad oltranza fino a quando il candidato non raggiunga la quota necessaria. Il Senato elegge il vice Presidente per chiamata nominale dei cento Senatori, ivi in caso di parità il Presidente del Senato risolve il dilemma.

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