Basta cartelloni

Alla bruttezza, purtroppo, ci si fa l’abitudine o quanto meno ci si abitua a volgere lo sguardo. Forse per questo motivo, nonostante il paesaggio sia un bene costituzionalmente tutelato, la bruttezza dei cartelloni pubblicitari in assedio alle strade extraurbane è un tema che non ha scaldato i cuori della maggioranza delle persone, le quali probabilmente neanche sanno di convivere con una bruttezza in massima parte abusiva, visto che varie stime stabiliscono che otto volte su dieci un cartellone pubblicitario è illegale.
In barba alla digital society e ai big data, lungo le strade provinciali, regionali e statali è tutto un fiorire di pannelli che dicono di mobilifici, pizze al taglio, 3 x 2, officine e svuota tutto; e neanche mancano i nomi importanti della grande distribuzione organizzata che ammiccano da installazioni più grandi (in genere il 6×3) installate soprattutto su terreni agricoli privati, di difficile accesso. La storia di questi cartelloni, quelli abusivi intendo, è la somma di componenti che descrivono una illegalità diffusa che coinvolge le ditte installatrici, i committenti, le amministrazioni comunali che percepiscono le imposte e le istituzioni che non intervengono. Il tutto a danno dei cittadini che feriti e privati del godimento del paesaggio, vengono così abituati al brutto dei cartelli e al brutto dell’illegalità.
Il Paese che a parole elegge il turismo ad importante componente del suo core-business, non dovrebbe permettere tale disordine ambientale e soprattutto non dovrebbe trovarsi a rincorrere chi, quasi ovunque in Europa, ha fatto molto meglio. Basta dare un’occhiata al Regno Unito dove l’installazione di cartelloni non autorizzati è punito con una multa di 2.500 Sterline più altre 250 per ogni giorno in cui il cartello non viene rimosso da quando è stata comminata la sanzione; oppure alla Francia dove i pannelli pubblicitari sono consentiti esclusivamente nei pressi delle aree industriali e commerciali (zone di pubblicità autorizzata) ed ogni infrazione è punita con 3.750 Euro di multa, maggiorata di un 50% a favore della comunità locale; ancora più semplice la fanno in Spagna dove nei tratti urbani delle strade statali è vietata tout court qualsiasi forma di pubblicità.
Tralasciando in questa sede la pericolosità, pure importante, di queste installazioni e i costi economici a carico della comunità, occorrerebbe tenere bene in mente (e anche nel cuore) che ogni paesaggio ha il suo fascino e una storia da raccontare. Che la bellezza dei luoghi, fondamentale per la qualità della vita delle persone che li abitano, non va solo custodita ma anche recuperata, desiderata … rincorsa.

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