US ELECTIONS 2020: All’indomani delle due convention

Sebbene i nomi dei due maggiori sfidanti per la Casa Bianca fossero noti da mesi, in base ai risultati delle primarie, è stato solo al termine delle convention che Trump e Biden sono diventati ufficialmente i candidati dei loro partiti. In occasione della convention democratica, l’ex-vicepresidente Biden ha reso noto il profilo della sua running-mate: la senatrice californiana Kamala Harris, già candidata alle primarie di partito quest’anno. A completare il ticket repubblicano invece, senza alcuna sorpresa, è stato l’attuale vice di Trump, Mike Pence.
A causa dell’emergenza queste sono state le prime convention tenute in streaming. A generare il maggior numero di interazioni sono stati i discorsi della first lady Melania Trump e, in assoluto, quello dell’ex first lady Michelle Obama. Trump, dal canto suo, ha ribadito i suoi concerti cardini di queste ultime settimane: “ho fatto più io per gli afroamericani che qualsiasi altro presidente dai tempi di Abraham Lincoln […], queste elezioni decideranno se salvare il sogno americano o se permettere a un’agenda socialista di demolire il nostro destino”.
Biden invece si è concentrato sul far luce circa i “deliri, i danni e le assurdità” del presidente, e principalmente sul clima di odio che è stato capace di creare in questi anni, concludendo con un messaggio di speranza: “la storia ci dice che abbiamo fatto i nostri più grandi progressi nei nostri momenti più oscuri, ritrovando la luce. Possiamo trovare di nuovo la luce, è il nostro momento di mettere insieme la speranza e la storia, perché l’amore è più potente dell’odio”.
Definiti i ticket dei due maggiori partiti politici americani, inizia ora l’accesa battaglia senza esclusione dei colpi, in questo super rush finale che si preannuncia infuocato. Joe biden è attualmente in vantaggio nei sondaggi ma, nelle ultime settimane, il margine si è ridotto, pur rimanendo comunque significativo. Se da una parte i disordini e il conseguente movimento “Black lives matter” e la cattiva gestione dell’emergenza Covid-19 hanno favorito l’ex vice di Obama, dall’altra parte Trump è imprevedibile. Il presidente in carica è riuscito già 4 anni fa a ribaltare tutti i sondaggi e ogni previsione e, inoltre, ha ancora questi due decisivi mesi di tempo per recuperare un vantaggio, come detto, non più esorbitante.
Saranno 60 giorni intensi, conditi dai tre dibattiti presidenziali e dal dibattito dei vice-presidenti che potranno aiutare gli elettori indecisi a fare chiarezza su chi possa garantire loro un futuro migliore per i prossimi quattro anni. “Who will be the winner? Who will be the president?”

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