Addio a Morricone, monumento della musica italiana

“Exegi monumentum aere perennius”, “ho eretto un monumento più duraturo del bronzo”. L’imperitura e solenne dichiarazione di gloria poetica oraziana è posta alla fine della raccolta dei primi tre libri pubblicati nel 23 a. C., attraverso i quali il poeta continua ancora oggi a vivere nel ricordo di coloro che leggono e studiano i suoi versi. Così vogliamo ricordare Ennio Morricone, spentosi all’età di 91 anni a Roma.
“Non voglio disturbare” queste le parole che appaiono sul necrologio scritto di suo pugno, attraverso il quale saluta alcuni tra gli amici più cari, come “Peppuccio”, Giuseppe Tornatore, le sorelle, i figli e nipoti di cui scrive “spero che comprendano quanto li ho amati”. Ma l’addio più struggente è rivolto alla moglie Maria, a lei Morricone dedica sul palco degli Academy Awards l’Oscar alla carriera nel 2007.
Nasce a Roma, il 10 novembre 1928, intraprende gli studi di tromba, passione che eredita dal padre, trombettista presso il conservatorio di Santa Cecilia, dedicandosi poi agli studi di musica corale e direzione.
Nel 1964 inizia a collaborare con Sergio Leone, per il primo film della Trilogia del dollaro Per un pugno di dollari, amicizia, quella con il regista romano, nata tra i banchi di scuola.
In settant’anni di carriera 500 colonne sonore per oltre 60 pellicole, due Oscar, tre Grammy, quattro Golden Globe, un Leone d’Oro alla carriera, cinque Bafta, 10 David di Donatello, 11 Nastri d’Argento, due European Film Awards e un Polar Music Prize, numeri che ci riempiono di un orgoglio tutto italiano.
“Io penso che, quando fra cento, duecento anni, vorranno capire com’eravamo, è proprio grazie alla musica da film, che lo scopriranno” così ha affermato Morricone, una vita, la sua, dedita alla musica che riprendendo ancora una volta Orazio “[…] né la pioggia che corrode, né l’Aquilone sfrenato o l’innumerevole serie degli anni e la fuga dei tempi, possa demolire”.

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