Forme uniche della continuità nello spazio

Il XX secolo è stato il background storico del Futurismo, un movimento dalle logiche polivalenti venuto alla luce dalle idee di Filippo Tommaso Marinetti, insigne letterato nato nel 1876 ad Alessandria d’Egitto: il suo Manifesto, dato alle stampe per la prima volta nel 1909 per i tipi della Gazzetta dell’Emilia, fu una vera e propria arringa contro la tradizione umanistica precedente e la mentalità borghese del XIX secolo. I mutamenti, le trasformazioni e le innovazioni tecnologiche di cui il “bel paese” fu protagonista portarono ad una circolazione di nuove idee artistiche, ad una divulgazione di orientamenti intellettuali, e ad una propagazione su ampia scala di archetipi culturali che si contrapponevano ai modelli pregressi e alle memorie del passato. La percezione del tempo al di là da venire e il concetto di “velocità” si fusero in un dinamismo artistico cronotopo, dove la concezione spazio-temporale assunse trend d’avanguardia nostrana ed europea, mutuata dal concetto del divenire eracliteo del “Panta rei”. L’artista reggino Umberto Boccioni fu uno dei rappresentanti di maggior rilievo del reazionario movimento futurista: “Forme uniche della continuità nello spazio” è tra le opere più conosciute dello scultore calabrese, conservata presso il Museu de Arte de São Paulo della Repubblica Federale del Brasile. La statua è una manifestazione di dinamicità, che con i suoi rilievi plastici incarna il senso della rapidità d’azione e rispecchia nel contempo elegante agilità e vigorosa potenza: è l’uomo moderno che va ad impadronirsi con andatura veloce del proprio domani. La scultura è una figura antropomorfa in movimento con linee di flusso aerodinamiche volutamente incompleta in alcune sue parti, un’immagine umanoide, quasi un organismo cibernetico uomo-macchina con forme anatomiche riadattate: i profili esterni sono aperti e sinuosi, hanno una dislocazione asimmetrica e la composizione non ha prevalenze né sui pieni né sui vuoti, avvicendando armonicamente interstizi e sporgenze in un gioco di luci e ombre. Il differente punto di vista dello spettatore permette alla figura di adattarsi e prendere forma nel vuoto espositivo: l’opera risulta mutila degli arti superiori e in alcuni punti si rivela un écorché, cioè una realizzazione artistica che, senza epidermide, rende evidente l’anatomia umana. La medaglista romana Maria Angela Cassol, incisore dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato italiano, ha riprodotto l’opera boccioniana sul recto di una delle 23 varianti della moneta da 20 centesimi, e lo scorso anno la filiale newyorkese della casa d’aste Christie’s del Groupe Artémis ha battuto un bronzo di “Forme uniche della continuità nello spazio” per 14 milioni e 636.903 Euro, un altro primato planetario per l’arte italiana nel mondo.

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