Torneremo ad apprezzare la vita

«Anno bisesto, anno funesto». Mai fu più vera questa leggenda metropolitana, questo detto antico che oggi, alla luce della tragedia lombarda, come pure a quella del disastro in arrivo per l’economia italiana, pare poco fondata sulla superstizione e più sull’esperienza o saggezza popolare. Mai l’Italia moderna, quella risorta grazie alle valigie di cartone, alla motorizzazione popolare, alle gite fuori porta passando per «non si affitta ai meridionali» fino ai voti dati alla Lega nel sud che dimentica torti subiti e difetti da correggere, avrebbe immaginato una nuova guerra mondiale. Sì, perché ciò che è iniziato come una strana influenza cinese si è poi trasformato in una guerra, nel primo vero conflitto mondiale del nuovo millennio. E come nel migliore dei film catastrofisti e fantascientifici di Hollywood, il nemico è innovativo, inatteso, celato sotto mentite spoglie, alienato e alienante. Praticamente distopico.
Tristissima l’immagine di decine e decine di bare in attesa di sepoltura, immane tragedia che riporta alla memoria le stragi naziste o i bombardamenti angloamericani della Seconda guerra mondiale in Italia. Ugualmente triste l’immagine di quella vita di trincea tra soldati che, oggi, non indossano uniformi verdi ma, piuttosto, camici bianchi e mascherine di ogni tipo. Soldati civili, accompagnati, proprio come in un conflitto reale, da un’economia d’emergenza e da altri eroici attori necessari al funzionamento della logistica, della distribuzione al dettaglio dei generi alimentari e di prima necessità, come pure del controllo di città deserte dove manca la vita ma c’è ancora qualche sacca di stupidità.
E così, arrivando al dunque, da reclusi, molti per fortuna in perfetto comfort, nel 2020 bisesto e funesto, gli italiani sono in procinto di comprendere meglio la vera natura di una società civile, organizzata, solidale. Non tutti per la verità, ma molti, la maggior parte di quell’organismo che chiamiamo Patria, hanno capito che il silenzio, l’isolamento, la cattiveria gratuita, il mancato rispetto degli altri non sono valori ma nefandezze. Hanno capito la bellezza, ne sono certo, di tornare ad abbracciarsi, di sedersi al bar, di lavorare fianco a fianco in ufficio, di collaborare, parlare, viaggiare, tirarsi pacche sulle spalle e soprattutto vedere gente, tanta gente in mezzo alle strade, perfino sulle tangenziali! Sì, sarà molto strano non lamentarsi per il traffico, per la carenza di parcheggio, per i colleghi, per la squadra del cuore che perde la partita, per i giocattoli sparsi dei bambini e per la fila dal dottore. Sarà bellissimo e sconvolgente ma torneremo ad essere tutti un po’ più umani. Vero?

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