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Uno scampato pericolo

Che il 1 luglio 1945, nemmeno due mesi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, potesse esserne dichiarata un’altra tra Gran Bretagna, Stati Uniti e quel che rimaneva dell’esercito tedesco da una parte e Unione sovietica dall’altra, è cosa del tutto impensabile! Eppure ci si pensò e fu chiamata proprio così: “Operation Unthinkable” (Operazione Impensabile).
Era un piano che, il 22 maggio 1945, il Primo Ministro inglese, Winston Churchill, chiese al Gabinetto di Guerra di preparare. Il documento, che è tuttora custodito nell’Archivio Nazionale Britannico, è rimasto segreto fino al 1998 ed è ancora sconosciuto dai più.
Per capire meglio, bisogna tornare alla fine della guerra e ai mesi immediatamente successivi alla resa della Germania, datata 8 maggio 1945.
Churchill, in un discorso tenuto in Parlamento il 5 marzo di quell’anno, nel contesto della sua consueta accattivante oratoria, coniò il termine, passato con forza alla storia del Novecento, di “cortina di ferro“, per indicare cioè quella linea di frontiera che attraversava il cuore dell’Europa, dall’Unione Sovietica, all’estrema area occidentale. Questo vocabolo, che nel dopoguerra fu quotidianamente usato dai media e dalla stampa di tutto il mondo, fino alla caduta del del “Muro di Berlino”, nel 1989, era presente nella mente del premier inglese già da molti mesi.
Il comportamento da tenere con Iosif Vissarionovich Dzhugashvili, detto Stalin, che dopo il summit di Yalta, in Crimea (4-11 febbraio 1945), procedette a una rapida sovietizzazione dei Paesi dell’Europa orientale, conquistati dall’Armata Rossa, fu la preoccupazione principale del vecchio statista, nelle fasi conclusive delle ostilità. Lo spaventava soprattutto il destino della Polonia, per la cui indipendenza la Gran Bretagna era scesa in guerra nel 1939. A Yalta, Stalin aveva promesso libere elezioni in quel Paese, aperte ad ogni forza democratica; salvo poi liquidare, con particolare rapidità, tutti i possibili oppositori. Scontri cruenti tra le forze di sicurezza russe ed i polacchi non comunisti, infuriarono ben oltre la fine del secondo conflitto mondiale.
Churchill cercò di coinvolgere, nel suo fantomatico progetto, gli Stati Uniti d’America. L’Amministrazione USA, però, guidata da un Roosevelt ormai morente (sarebbe scomparso il 22 aprile 1945) e decisa a ottenere l’appoggio di Mosca nella campagna, ancora accesa, contro il Giappone, si rifiutò di formare un fronte unico contro l’URSS. Quando alla Casa Bianca si insediò Harry Truman (che aveva ricoperto la carica di Vice Presidente) ed i toni di Washington verso il Cremlino si fecero più decisi e più duri, Churchill pensò di tornare all’attacco. Ma, ancorchè, Truman usasse un linguaggio più fermo, fece subito intendere di non essere per nulla disposto ad infilarsi in uno scontro armato con l’Unione sovietica.
Churchill, caparbiamente, non mollò il suo obiettivo ed ordinò ugualmente la preparazione di un piano d’attacco anglo-americano che potesse ridurre Mosca a più miti consigli. La prima bozza del progetto gli fu consegnata l’8 giugno 1945. Il documento, stilato dall’Ufficio Pianificazione Congiunta del Gabinetto di Guerra, prevedeva due direttrici di attacco in territorio polacco; una a Nord, verso Stettino, l’altra, a sud, verso Poznan. Era previsto l’impiego di quarantasette divisioni anglo-americane (di cui quattordici corazzate), con una riserva di altre quaranta. Dieci divisioni dovevano essere polacche. Sarebbero state composte dai cosiddetti “Polacchi di Londra”, forze anticomuniste, che avevano combattuto, con valore, in Italia ed in Europa nord occidentale ed erano stati inquadrati nell’esercito di Sua Maestà. A queste, se ne sarebbero aggiunte altre dieci, formate da ex prigionieri tedeschi. Per armare queste ultime, fu ordinato al Maresciallo Bernard Montgomery, Comandante del 21° Gruppo di Armate Anglo-canadesi, di stanza nella Germania settentrionale, di riunire e stoccare tutte le armi di fabbricazione tedesca, sequestrate dopo la resa nazista. Il fascicolo, tuttavia, non era molto incoraggiante: l’operazione veniva definita “azzardata, lunga e costosa”, per l’enorme disparità delle forze.
Si pensi che l’Unione sovietica, dopo la vittoria, aveva schierato, in Europa orientale, l’equivalente di centosettanta divisioni. In realtà, numericamente erano superiori, ma gli organici delle divisioni sovietiche erano più piccoli di quelle occidentali. Da non sottovalutare che l’Armata Rossa era composta da veterani, induriti da anni di combattimenti selvaggi contro i tedeschi. Anche in caso di successo iniziale dell’offensiva alleata, i russi avrebbero sempre potuto ritirarsi nell’immensità del loro territorio, senza che fosse possibile assestare loro un colpo decisivo. E non ultimo, Stalin avrebbe sicuramente utilizzato i partiti comunisti occidentali, a lui fedeli, in operazione di sabotaggio e sovversione. Infine, era assai improbabile che i soldati tedeschi, sopravvissuti alla guerra e ben consapevoli di quanto fosse difficile combattere contro i russi, sarebbero stati disponibili ad imbracciare nuovamente le armi. Il Generale inglese Alan Brooke, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ci tenne a sottolineare che “un successo sarebbe stato Impossibile”.
Max Hastings, storico britannico di fama mondiale, nelle pagine di una sua biografia di Wiston Churchill, scrisse che il grande Primo Ministro era soprattutto un uomo politico, poco portato per le strategie militari. E non solo. L’opinione pubblica (sia britannica e che americana) era stanca della guerra (che in Asia doveva ancora essere vinta). Per non parlare dell’indottrinamento che, per quattro lunghi anni, dal 1941 al 1945, aveva subito nel considerare i sovietici come valorosi alleati nella lotta al nazismo. Anzi, durante tutto il periodo in cui la Russia aveva sopportato praticamente da sola il peso della potenza tedesca, mentre le forze anglo-americane preparavano lo sbarco in Francia, la stampa aveva spesso criticato l’inoperosità occidentale, a fronte della capacità dell’Armata Rossa di resistere e contrattaccare. Indurre ora queste stesse popolazioni a considerare i russi come nemici da combattere con l’aiuto dei tedeschi appena sconfitti, era, per l’appunto, impensabile. Tuttavia, il piano non venne cancellato.
Mentre i rapporti tra URSS e Blocco Occidentale si deterioravano, giorno dopo giorno, il progetto fu trasformato da offensivo a difensivo, per verificare se fosse stato possibile difendere l’Inghilterra da un attacco sovietico, sferrato subito dopo il ritiro delle truppe americane dall’Europa.
La risposta di quella verifica, fu solo in parte positiva. L’inferiorità navale ed aerea dell’Unione Sovietica, non le avrebbe sicuramente permesso l’invasione della Gran Bretagna. Sicuramente, però, tutta l’Europa occidentale sarebbe stata conquistata dall’Armata Rossa e le isole britanniche si sarebbero trovate esposte ad attacchi missilistici di devastante potenza, dalle coste belghe e francesi.
Fortunatamente i contorti intrecci della storia furono, in quella circostanza, favorevoli alle sorti di un’umanità che, disperatamente, cercava spiragli di luce dopo tanto buio.

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