Maresciallo Antonio Di Meo e l’affondamento del Regio Sommergibile Nani

Ognuno di noi ha avuto un soldato, un uomo, che ha dato la vita per la libertà, per la Patria, basterebbe chiedere ai nonni di aprire il loro diario del cuore, la loro mente ai ricordi passati, quelli veri e intensi. Il soldato prega più di tutti gli altri per la pace, perché è lui che deve patire e portare le ferite e le cicatrici più profonde della guerra scriveva MacArthur. I valori della Patria, in quel gennaio 1941 che vide la perdita del sommergibile Nani e di tutti i cinquantasei uomini dell’equipaggio per dimostrare la loro tenacia, il loro coraggio, il loro valore. “Oggi che non si conoscono più gli ideali e la parola “Patria” è stata sostituita dalla più proletaria “Paese”, quanti italiani ricordano i nomi di quei cinquantasei caduti: forse qualche figlio o qualche incanutito fratello, guardando una vecchia fotografia ingiallita dal tempo. Sulla tomba di quei caduti non sbocciano fiori, come recita una antica ballata della marina di un paese del nord Europa.” (Un fiore sul Nani Tratto da Corrado Capone). Come si legge nelle pagine de La voce del Marinaio, Il battello è stato impostato il 15/1/1937 nei Cantieri C.R.D.A. di Monfalcone, varato il 16/1/1938 e consegnato il 5/9/1938.
 Allo scoppio della Guerra il 10/6/1940 è dislocato a Napoli, arriva a Capo Bengut (Algeria), e a Port Mahon, poi in Pattuglia al largo di Gibilterra. Il 29/9/1940 parte da Napoli dopo circa 2 mesi di lavori per adeguarlo ad operare in Atlantico e raggiungere la sua nuova destinazione a Betasom (Bordeaux). Il 4 ottobre attraversò lo Stretto di Gibilterra in immersione. Il 5/10/1940, durante il trasferimento, affonda al largo di Capo Spartel (situato a 14 km a ovest di Tangeri – Marocco) il piroscafo inglese “Kingston Shappire”, l’unità colpita da 2 siluri affondò rapidamente. Il 4/11/1940 entra con onore a Bordeaux. Riprende il mare il 13/12/1940, ma il 17 rientra per sbarcare l’Ufficiale in seconda ed un cannoniere rimasti gravemente feriti a seguito di una violenta ondata che aveva investito il battello. Nella notte fra il 16 e il 17, mentre è alla fonda a Pauillac (Gironde) e nella notte fra il 17 ed il 18, nel corso di un allarme aereo, abbatté un velivolo Gironda in attesa di entrare a Bordeaux, abbatte con le armi di bordo un aereo nemico. Riparte da Bordeaux il 20/12/1940 per una missione di agguato a ponente dell’Irlanda. Non rientra, e l’ultima comunicazione con la base è avvenuta il 3/1/1941.Equipaggio: 7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e truppa. Nessun superstite. Tra quei ragazzi, C°3^cl. Antonio Di Meo.

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