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Festival della filosofia in Magna Grecia

Ancora una volta, l’edizione lucana del Festival della filosofia in Magna Grecia ha visto una piena ed intensa partecipazione di numerose scuole con studenti accompagnati dai loro docenti, provenienti da vari luoghi d’Italia, oltre che dal Liceo italiano di Atene, con l’apporto di studenti greci ed italiani. L’evento, tenutosi dal 9 al 12 ottobre 2019, si è svolto in luoghi originalissimi. Hanno fatto da sfondo al Festival, infatti, i fantastici panorami rupestri di Matera, riuscitissima fusione di natura locale e cultura, oltre che gli antichissimi luoghi di Metaponto (nella zona della Tavole Palatine e del Teatro greco), una delle sedi della comunità filosofico-matematica pitagorica, e nella località di Miglionico, con il suo sapore medievale, grazie soprattutto al suo “Castello del Malconsiglio”, di origine longobarda, che ebbe un ruolo primario anche nella storia sveva e della quattrocentesca “Congiura del baroni”. Tema essenziale dell’evento è stato, ancora una volta, il concetto di Uno, principio universale immanente ed unitario, ordinatore ed animatore, che muove e rende vivi i singoli esseri: espressioni di una molteplicità, derivata e parte di una più ampia unità, come cellule di un più ampio organismo. Tale filone di ricerca teoretico-metafisica, che richiama interpretazioni panteiste, su una natura divina del mondo di antica memoria, è stato valorizzato da una affascinante passeggiata filosofico-teatrale per le strade di Matera, città Capitale Europea della Culturale 2019, dove sono stati interpretati diversi aspetti del pensiero di vari filosofi. Sono stati, così, ricordati, in forma brillante, e senza tradirne il messaggio, diversi aspetti di maestri della scuola ionica di Mileto: uno spazio particolare è stato riservato alle ricerche cosmologico-naturalistiche di Anassimene e di Anassimandro; al divenire e all’interdipendenza dei contrari, che trasmutano l’uno nell’altro, in Eraclito; alla ricerca dei pitagorici, per cui il numero era archè, sostanza delle cose, esprimendo la struttura metafisica del mondo, alle riflessioni delle donne pitagoriche Temistoclea e Theanò (moglie di Pitagora) sulla ricerca del bene e della verità (quella pitagorica fu una delle prime scuole aperte alle donne, il cui contributo fu fondamentale); del neo-platonico Plotino sull’Uno, in cui estasi mistica e tesi logico-analitiche si completano a vicenda. Suggestiva anche la rappresentazione del mito di Eco e Narciso, che richiama interpretazioni non solo mitologiche, ma anche filosofiche e psicologiche sempre attuali. Numerosi i laboratori svoltisi, che hanno dato vita a successivi spettacoli, riguardanti teatro, cinema, radiosofia (radio filosofica), musica (connessi anche con gli studi filosofici pitagorici sui principi musicali della sezione aurea, data l’importanza anche riconosciuta ad aspetti quantitativo-matematici in essa), alla meditazione dello yoga, al movimento espressivo, al laboratorio di fantasiologia, novità che studia la strettissima correlazione tra realtà e fantasia, ed aiuta a far emergere un potenziale creativo nascosto negli oggetti e nelle parole quotidiane. Davvero partecipati anche i concorsi di “Anima la filosofia”: Slampoiesis, di poesia originale; Rapoiesis, di Rap nel suo significato originario, di poesia ritmica; Koreo, per la migliore coreografia originaria di danza; Musikè, di musica originale; Filosofando, concorso letterario, per il miglior dialogo filosofico; Filosofilm, per i cortometraggi filosofici. Diverse le scuola vincitrici dei concorsi, con le coppe dei filosofi: più di tutti, soprattutto, ancora una volta, il Liceo “Pizzi”, di Capua: in questo caso, gli alunni vincitori sono stati Maria Pia Casertano, Francesca Esposito Saitto, Carmela Russo, Dalila Ciriello Giuseppe Russo; una menzione speciale è stata guadagnata, inoltre, per l’interpretazione di danza di Valentina Bovenzi. Per rendere meglio un’idea di quanto fosse sentito il tema filosofico, ecco dei versi della ispirata poesia, scritta per l’occasione, “Pioggia di parole” della studentessa Dalila Ciriello, che ha cominciato a scrivere da quando aveva 11 anni: “In questo luogo solitario rifugio il mio pensiero nella verità dell’Essere. Nascono pensieri e piovono parole, una vita piena di elementi vissuta da tali accompagnata da essi; mossi dall’ente universale collante dei contrari infinito e indipendente. Siamo definiti Figli del Cosmo ma altro non siamo che semplici elementi mossi dal caso in virtù dell’Uno, padroni del poco, forse del nulla”.

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